Percorso

Reportage sulla presentazione del film BESTIE di Pj Gambioli

Il 23 maggio alle ore 18.30, l’auditorium della Biblioteca Satta di Nuoro, si è velocemente popolato di oltre 180 presenze accorse per la presentazione e proiezione dell’ultima fatica cinematografica della regista nuorese Pj Gambioli, dal titolo BESTIE.
La serata è stata coordinata dal direttore Tonino Cugusi, che ha brillantemente condotto la kermesse, gestendo i numerosi interventi previsti in scaletta ed il dibattito sviluppatosi subito dopo la proiezione del film prodotto dall’Ass.ne culturale Janas di Nuoro e dall’Università della III età di Siniscola. La prima ad intervenire è stata la presidente Commissione Pari Opportunità Provinciale di Nuoro, la dott.ssa Antonietta Cossu.
“Parlare di violenza sessuale attraverso la realizzazione di un film cortometraggio ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto nel nostro territorio, ci ha permesso di incontrare e conoscere la giovane regista Pj Gambioli, che con questo lavoro ha mostrato coraggio e professionalità. Ci teniamo perciò a sottolineare che, in un anno dove si parla spesso di pari opportunità, sarà nostro obiettivo sostenere la diffusione del film BESTIE e l’operato di Pj Gambioli che fin d’ora ringraziamo”.
Il direttore Tonino Cugusi ha passato la parola al dott. Antonio Murru, presidente dell’Università della III età di Siniscola, che, un po’ emozionato ha percorso ha ripercorso sul filo della memoria il suo legame giovanile con la città di Nuoro per poi soffermarsi a come è nata la collaborazione con la regista Pj Gambioli.
“Qualche mese fa è stata ospitata dall’Università della III età di Siniscola per presentare il suo precedente lavoro, il docufilm IL DESTINATARIO DELL’ANELLO sulla lavorazione della fede sarda. Come spesso capita, fra relatori ed ospiti ci si sofferma a parlare in attesa della proiezione. In quella occasione, conoscendo la sua passione per il teatro, le ho consegnato alcune pagine da me scritte, che narravano in forma poetica della storia di uno stupro avvenuto dieci anni fa in un paese molto vicino al nostro. Inizialmente avevo pensato che Pj potesse interessarsi alla stesura di un copione teatrale, invece mi ha spiazzato proponendomi di girare un film.
Non nego di aver inizialmente cercato di scoraggiarla, ponendola davanti alla pericolosità del tema da trattare, all’inesperienza attoriale degli iscritti all’università, agli ostacoli che avremmo trovato, alla mentalità della gente ancora tanto restia a trattare tematiche così complesse. Devo ammettere che Pj non si è scomposta più di tanto, mi ha tranquillizzato dicendo che, se le vittime degli abusi accettavano di essere intervistate, allora avremmo realizzato il film. Ed è stato così – ammette ridendo – che mi sono trovato coinvolto in una girandola di proposte, progetti e passi da compiere in breve tempo. Ora che il lavoro è stato portato a compimento, ripenso a quanto è stato svolto, alle oltre 20 persone coinvolte sul set, all’aiuto dei miei paesani e sono felice dell’esperienza vissuta. Concludo il mio intervento dicendo che quello che vedremo fra un po’ è il frutto della sensibilità artistica, della immane fatica e del tormento che porta alla creazione di un’opera, del senso profondo di essere donna che ci trasmette questa sera la nostra carissima PJ Gambioli”.
A seguire è intervenuto l’avv. Ivano Iai che, con estrema competenza e precisione, ha esposto alcuni punti relativi all’attuale legge antistupro, alle difficoltà che emergono durante la fase processuale e alle ulteriori violenze che la donna è spesso costretta a subire. Ha illustrato inoltre le novità, peraltro ancora disegni di legge, sulle quali i legislatori lavorano assiduamente al fine di tutelare in maniera più consona tutti coloro che sono stati oggetto di abusi sessuali. “L’importanza di un film come quello proposto dalla nostra regista, è di assoluto rilievo. A parer mio dovrebbe circuitare non solo nelle scuole, per creare dibattiti e discussioni, ma anche in tutti i centri delle province sarde e non solo. Il fatto che la regista per scrivere la sceneggiatura abbia intervistato le vittime degli abusi, mi permette di fare un’ulteriore riflessione. Il film assume improvvisamente la valenza di “riscatto sociale” per tutte quelle donne che prima sono state stuprate, e poi sono state messe alla gogna da critiche e considerazioni spesso inattese ed ingiustificate. Aver dato loro la parola, è stato un modo sensibile ed intelligente di concedere ad esse proprio quel riscatto sociale che oggi le fa uscire coraggiosamente dall’ombra del silenzio e della solitudine”.
Il direttore Tonino Cugusi, prima della proiezione del film ha passato la parola a Pj Gambioli
“E’ orgoglioso dire che un film non lo si fa mai da soli e per questo sono lieta di ringraziare tutte le persone che hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto. Ma un grazie va anche a chi oggi ci ospita: la Biblioteca Satta ed il direttore Tonino Cugusi, da sempre sensibili alle attività proposte dalla mia associazione a favore dei giovani. E mi riferisco non solo alla presentazione del film BESTIE ma anche alla manifestazione che partirà a settembre, e che riguarda la III edizione della Rassegna di Cinema Indipendente Sardo che ci vede collaboratori. Sento di dover ringraziare la dott.ssa Anna Maria Mura, che stasera è qui in veste di critica cinematografica, con la quale fin dall’anno scorso, abbiamo intrapreso un percorso di confronto e di scambio”.
La lista dei ringraziamenti è proseguita citando l’operato della consigliera di parità provinciale Laura Franca Lampis, che ha dato importanti informazioni sull’operato svolto dal suo ufficio e dei centri di assistenza e di accoglienza per le donne stuprate, nonchè di Onda Rosa e Rete rosa onlus coordinato da Antonietta Davoli. Non sono certo mancati i ringraziamenti rivolti al direttore della fotografia Raoul Torresi, all’Università della Terza età di Siniscola, al comune di Siniscola che ha sponsorizzato il film e a tutti i collaboratori che hanno permesso la sua realizzazione.

LA PROIEZIONE DEL FILM
Le immagini in bianco e nero, il montaggio, i movimenti di macchina, le inquadrature ed i soggetti scelti, tutto concorreva a formare un unico quadro fatto di emozioni forti, di attesa, di dramma e di tensione che vibravano nell’aria. Il pubblico, inchiodato alle poltrone, ha fatto un tuffo virtuale dentro un fatto di cronaca che dieci anni fa ha sconvolto la vita di un piccolo paese del nuorese. Una donna anziana di settantanni, viene stuprata all’interno della sua stessa abitazione, aggredita nel cuore della notte, è incapace di difendersi. Nel film, la sua voce fuori campo racconta di come alla violenza fisica si aggiunge quella psicologica.
Lo strappo simbolico di un lenzuolo, fa intuire fin dall’inizio di come lo stupro, non rappresenta soltanto un problema fisico. Con la violenza sessuale si opprime purtroppo anche l’anima, ed anche lei irrimediabilmente si strappa.
La voce fuori campo della donna stuprata denuncia l’accaduto. “c’è sempre una bestia dentro di noi.. una bestia che ha tanti volti e tante facce..”
Si rifiuta di subire l’onta della doppia vittimizzazione, e non scappa davanti agli occhi critici della gente (uomini e donne) che vedono ancora la donna come elemento capace di provocazione, perciò meritevole di ignobili abusi.
La vittima nel film e nella vita decide di restare.. “non sono io che dovevo andarmene, non ero io che dovevo vergognarmi.. ma era la bestia che avrebbe dovuto farlo.. e così, davanti agli occhi del mondo, è stato..” e con lo scorrere delle ultime note della colonna sonora composta dal musicista Stefano Ferrari, parte l’applauso scrosciante di un pubblico commosso ed entusiasta.

LA CRITICA CINEMATOGRAFICA
La dott.ssa Anna Maria Mura al termine della proiezione interviene sul lavoro svolto da Pj Gambioli.
“Il corto può esser a mio avviso suddiviso in tre parti: l’atto violento e l’antefatto ad esso, “i commenti del dopo” e la voce fuori campo finale. Nella prima parte credo sia stato sufficientemente ben reso il clima dell’ansia, dell’inquietudine, della suspence, con effetti ad hoc per la narrazione della storia: per es. con l’effetto del bianco e nero; la scelta del ticchettio di un orologio, il violento strappo di un lenzuolo, i viottoli stretti bui e deserti, l’inquadratura di gesti bruschi, la scelta delle grandi ombre o (e questo è un classico del cinema) con l’effetto dell’atmosfera minacciosa del temporale, nonché di movimenti di macchina che creano attesa…
La soluzione della narrazione col flashback, ha inoltre anch’essa una sua valenza e… aggiungerei, infine, che complessivamente il film Bestie può possedere la capacità di rendere collettivo quello che appare un dramma solo individuale o al massimo familiare: infatti, la costruzione narrativa pone – in particolare nella prima parte – il problema dell’istigazione, mentre nella seconda parte è posto di più il tema del giudizio, delle sentenze, di chi fra la gente condanna o assolve in modo spesso (troppo) chiacchierato…”
La serata si è conclusa con un dibattito da parte del pubblico e con la richiesta di una seconda proiezione del film BESTIE.

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