Percorso

Paolo Fresu icona della contaminazione

A tu per tu con il jazzista di Berchidda per un viaggio musicale nel documentario di cui è protagonista. Dopo l’anteprima di Bologna il film arriverà a Milano e a Roma. Sogno nel cassetto? Proiettarlo in Sardegna. di Maria Elena Tiragallo

Paolo Fresu, Due culture musicali intrecciate nel film “Zulu meets Jazz” del regista Ferdinando Vicentini Orgnani e prodotto da Alba Produzioni.   Protagoniste la musica  jazz europea e quella africana, la prima  interpretata da Paolo Fresu, la seconda dalla Kzn Vintage Legenda Orchestra...

Il documentario. immortala due figure leggendarie del jazz locale, Theo Bophela e Ndikho Xaba. Theo è un famoso musicista di colore, ladro di lezioni di piano alla scuola dei bianchi, Ndikhp un trombettista jazz bianco.  Abbiamo incontrato Paolo Fresu, che a Cinemecum svela la genesi del progetto.

Com’è nato il progetto di un viaggio sonoro tra la sua musica e quella degli “Zulu urbanizzati”?
E’ nato  per caso, ero a Durban in occasione del festival di cinema per presentare il film “Ilaria Alpi, il più crudele dei giorni”  di Ferdinando Vicentini Orgnani, di cui ho composto la musica. Lì ho incontrato questo gruppo di “zulù urbanizzati” e ci siamo confrontati, poi piano piano ci siamo conosciuti meglio, abbiamo suonato insieme due volte e con il regista è saltata fuori la decisione di filmare quest’incontro. E’ stata una casualità, riscontrabile anche nel montaggio del documentario, piuttosto spontaneo. Il film è un racconto della realtà locale del Sud Africa e  del la musica di questa società. Ho portato la mia esperienza e l’ho condivisa con la loro, li ho invitati a suonare pezzi, abbiamo studiato insieme. Risultato? Pezzi originali e arrangiamenti di musiche tradizionali.

Paolo FresuQual è stato il dato più importante per questa contaminazione?
Vivere insieme, conoscersi a vicenda, loro sono una comunità musicale in punta di piedi.

Come può il cinema raccontare la musica?
Un documentario racconta la musica se c’è molta musica. Ci sono in “Zulù meets Jazz” spezzoni di concerti, inizia con un brano musicale molto lungo, il vero attore è proprio l’aspetto musicale.

C’è già stata l’anteprima  a Bologna di “Zulù meets Jazz” che è stato un successo. E per il futuro?

A Bologna è stato un successo. Il film è destinato al circuito Mircocinema, intanto  sarà al “Festival del Cinema Africano”, in programma a Milano ad aprile. In seguito, a Roma dopo la proiezione seguirà il concerto dal vivo con tutti i musicisti, protagonisti del documentario.

Arriverà anche in Sardegna?
Speriamo.  Da parte mia, c’è sempre la priorità per la mia terra. Mi auguro che sarà possibile.

Le piace il cinema da spettatore?
Molto, lo preferisco alla tv. Mi piace quello che emoziona, quello fatto bene. Anche se non riesco facilmente ad andare al cinema, perchè di sera suono, fortunatamente riesco ad essere informato sulle novità.
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