Percorso

Vedute Urbane di Cosimo Canelles, pittore e scultore

(Atelier, corso Vittorio Emanuele 72, tel. 070.651328)

Vive e lavora a Cagliari nel Corso Vittorio Emanuele, 72.
Da circa quarantanni tiene diverse personali e partecipa a numerose collettive nelle maggiori città italiane ed estere, riportando sempre favorevoli consensi di pubblico e critica.
Premiato alla biennale di Montecarlo 1972 e alla biennale di Bruxelles 1976. Figura nei più qualificati cataloghi e pubblicazioni di arte moderna: Catalogo Bolaffi d’arte moderna 1966, 1974, 1975, 1976; Pittori italiani contemporanei 1972, 1974; Il Convegno M. 7/8 1975 dedicato a Cosimo Canelles.
Saggi critici di Francesco Masala, Enrico Endrich, Francois Piget, Francesco Alziator, Vittorio Fiori, Mario Ciusa – Romagna.
(Dal catalogo Bolaffi Arte Moderna m. 12 1977)

Cosimo Canelles ultimo discendente di una antichissima famiglia cagliaritana è cresciuto in un ambiente dove tradizioni e ricordi del tempo passato resistono e si tramandano scorrono nel sangue di padre in figlio e si conservano saldi ed attuali.
Perciò le sue impressioni divengono recupero umano poetico di quegli angoli della città che vanno scomparendo e da ciò deriva quel volo romantico e quella freschezza di tonalità che rende toccante la sua pittura e che solleva dalla figurazione di genere.
(Mario Ciusa –Romagna)


"... Non ci sono (tranne pochissime eccezioni) esseri animati nelle vedute urbane, non c’è movimento. Il traffico intenso che fluisce nelle strade di Cagliari non è un particolare trascurabile, è un dato imponente; eppure il traffico nei lavori di Cosimo Canelles è assente come è assente la folla. Nei collages e negli acquerelli le strade e le piazze sono deserte e le finestre sono vuote. Perché? Perché l’intelletto dell’artista situa le visioni della città, le quali non di rado sono mere costruzioni mentali, in una prospettiva che –come ha detto un critico d’arte a proposito della pittura metafisica- si pone quale “valore di profondità silenziosa”. In effetti i lavori del Nostro meglio riusciti hanno la malia sottile della pittura metafisica.
Nelle visioni, ch’egli ci offre, dei bastioni, delle torri, delle chiese di Cagliari si sente il passare veloce dei secoli sulla muta stupefazione delle cose, nelle quali pare trasferirsi la trasognata ansietà degli esseri umani, che in quelle visioni non appaiono.
Io credo che un osservatore non superficiale intuisca il significato di quei lavori, che, a prima vista, sembrerebbero buttati giù spensieratamente.
Un osservatore attento capisce che la pittura del Nostro non è soltanto elegante e piacevole, ne scorge il retroterra culturale, ne coglie il valore spirituale.
E non è una pittura priva di calore umano. A nessuno può sfuggire la devozione commossa dell’artista per la sua città, per questa Cagliari stupenda, di cui Cosimo Canelles conosce e celebra ogni aspetto, dalla luminosa maestà dei monumenti antichi alla quieta penombra delle viuzze e delle piazzette, dall’azzurra limpidità del cielo, in cui si stagliano le mura e le torri, allo splendido protendersi delle coste intorno al golfo incantevole.
Le immagini di Cagliari –tracciate con profondo senso di amore, col fervore del cagliaritano che canta ed esalta l’incomparabile bellezza della sua città- sono concepite armoniosamente e in esse dominano, altamente evocatori, la solitudine e il silenzio."
(Enrico Endrich)
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