Percorso

Una fontana magica

Si intitola “La fontana di Moru” l’esordio del regista Gianluca Sulis che racconta le storie del paesino nuorese di Tonara. "Vorrei riuscire a commuovere e a far riflettere sulla complessità della vita". di Met

cinemecum sulis gianluca la fontana di moru “La fontana di Morù”, si intitola così il primo film del neo regista Gianluca Sulis, che ha scelto una storia in bilico fra tradizione e modernità per raccontare la vita di un piccolo paese  visto con gli occhi di una bambina orfana, Laura. La scoperta di una casa singolare in cui vivono i matti, matti proprio a causa di una fontana che fa diventare tali.
Don Bainzu, il prete del villaggio alcolizzato, la chiesa sempre deserta e un simpatico ubriacone, Fileferru. In inverno, i matti vengono portati in un posto caldo, Laura ne sente la mancanza e sogna che i matti arrivino in paese sopra un carretto. Appaiono dieci strane vedove, vestite di nero Le Accabbaddore. Dopo un anno le cose sono cambiate e diventare matti non è poi così bello. Un film nato dall’idea di parlare di una Sardegna diversa, quella vista con gli occhi stupiti di una bambina.
 
«La parola d’ordine è stata la grande semplicità sia nel linguaggio che nelle tematiche, anche se la componente simbolica è molto forte- ha subito chiarito Gianluca Sulis - La scommessa era quella di parlare della nostra terra cercando di trovare punti di contatto con altre isole sparse per il mondo, isole non solo geografiche ma anche tematiche, come la mancanza del lavoro o la ricerca di un’identità comune». L'attenzione, ovviamente, è tutta rivolta alla pazzia. «La fontana esiste realmente a Tonara, e si dice che  chi beva la sua acqua diventi realmente un po' pazzo. I bambini sono affascinati dai matti e dalla speranza di poter diventare anch'essi pazzi, ma scopriranno presto che essere matti non è poi così bello come sembrava.
 
cinemecum sulis gianluca la fontana di moruIncuriositi e suggestionati dalle stranezze dei matti i due bambini protagonisti, Lorenzo e Laura, vorrebbero conoscere la ricetta per diventare anche loro diversi, per calarsi in un mondo incantato». E qui si instaura il dramma. «La follia raggiunge quelli che meno ti aspetti, come il prete del paese, che è un personaggio dalla lunga barba bianca, tragico e grottesco, bonario e genuino, pieno di incertezze.
C’è  anche una vecchia donna derisa dai bambini, che vengono catturati a turno nella sua povera  e dignitosa casa. Punizioni prive di cattiverie  intese come attimi di compagnia. E, ancora tra i personaggi, l'ometto Fileferru, a cui tengono compagnia il fiasco di vino ed un minuscolo peluche di nome Billy. Con questi tre personaggi vorrei riuscire a commuovere e far riflettere sulla complessità della vita».
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