Percorso

Who is who

La saudade di Stampace

Conquista la giuria del “Sieff 2008” di Nuoro il documentario di Marina Anedda, potente racconto in presa diretta che riscopre la magia degli antichi riti carnevaleschi. di Met

Le immagini di Marina AneddaE’ stato “GIOC” il miglior film di autore sardo alla “XIV Rassegna di Cinema Etnografico”, promossa dall’Isre e conclusasi di recente a Nuoro. La giuria internazionale del “Sieff 2008”,  composta da Beate Engelbrecht, da Nasko Kriznar, da Judith MacDougall,da Antonio Marazzi, Rossella Ragazzi ha attribuito il  primo premio all’opera di Marina Anedda con la seguente motivazione: “per l’attenta etnografia con la quale è documentata la perdita di un’eredità culturale nel suo svolgersi, capace di comunicare un forte senso di empatia con la comunità di Stampace”.

Il documentario “GIOC” (Gioventù Italiana Operaia Cattolica), che ha preso spunto da un progetto fotografico della stessa autrice, racconta i preparativi del carnevale di Stampace. «La “Gioc” è un’associazione alla quale la Curia concede sin dal 1944 l’uso della chiesa di San Restituita, nel cuore di Stampace, come centro di aggregazione  sociale e che da allora, tra le sue tante attività, organizza, dopo averlo riscoperto, l’antico carnevale cagliaritano-spiega Marina Anedda - improvvisamente, però si trova a dover restituire lo spazio per la necessità di riaprire la chiesa al culto, e sulla “GIOC” cala tristemente il sipario».
 
Le immagini di Marina AneddaImmagini semplici, in lingua sarda con sottotitoli in italiano, per raccontare lo sgombero e, con una  sorta di ritorno al passato, le attività portate avanti dall’associazione. Non mancano le testimonianze, tra cui quella di un residente di Stampace, il quale vivendo accanto alla chiesa di San Restituita ha conosciuto tutti quelli della “GIOC” e la considera come “un parente sempre conosciuto, che poi è venuto a mancare”.
 
«E’ un racconto di nostalgia per un qualche cosa che di fatto ha rappresentato molto per un quartiere, come quello di Stampace, che si spopola perché non si possono recuperare le case e gli abitanti si trasferiscono in periferia e vivono lo spazio come  unico motivo di ritorno nel quartiere d’origine, dove si svolgono diverse attività ricreative- ha continuato l’autrice».
 
Le immagini di Marina AneddaGirato interamente a Stampace, all’interno della chiesa di San Restituita, è significativa l’immagine dela sfilata e del rogo del carnevale. «Il fantoccio porta la scritta “GIOC" e simboleggia la morte dell’associazione, anche se non è ancora morta, ma ha la speranza che il Comune possa recuperare il recuperabile. E’ un documentario che con le sue immagini, in presa diretta, senza nessuna recitazione, racconta un pezzo di storia della città. Per me è importantissimo il fatto di aver superato una selezione rigidissima a Nuoro, con una giuria internazionale. Non sono una professionista di cinema, ho sempre fatto reportage, ho delle carenze di tipo tecnico. I lavori da reportage vengono fuori dopo lunghe ricerche antropologiche. E’ necessario essere in sintonia con tutti, alla base molta semplicità e naturalezza. Per “GIOC” è stato semplice, ho girato per qualche anno, poi ho raccontato le prove del carnevale, e sul posto ho seguito le vestizioni, infine sono arrivate le testimonianze».  Dopo il successo di Nuoro, prossimamente il documentario potrebbe essere presentato a Cagliari.

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni