''Mi ricordo Anne Frank''
![Una locandina cinematografica su Anna Frank Una locandina cinematografica su Anna Frank](images/stories/R/RECENSIONI/MATTAALESSANDRA/annafrank/frankloc.jpg)
Hannah fu colta dall’ angoscia. Possibile che Anne non le avesse detto niente della sua intenzione di partire? Possibile che non si fosse portata via l’album coi ritagli?
A scrivere ciò è Alison Leslie Gold, scrittrice americana che nel 1999 ha pubblicato, in Italia, per Bompiani, “Mi ricordo Anne Frank, ricordi di una amica d’ infanzia”. Il libro, scritto a quattro mani, è un’ autobiografia di Hanneli Goslar, la migliore amica di Anne Frank, che ebbe la fortuna di rincontrare la sua amica nel campo di concentramento di Bergen Belsen.
Il film di Alberto Negrin (regista di “Perlasca”) “Mi ricordo Anne Frank” è fortemente ispirato al libro di Memoria della Goslar.
Malgrado si noti un’ eccessiva libertà nel trasporre sullo schermo una storia così delicata, che si nota in illustri assenze (che fine ha fatto il personaggio del dentista Fritz Pfeffer che con i Frank si nascose e che nel film neppure appare?), talora in ricostruzioni un po’ libere (cosa penserebbe Miep Gies se fosse ancora viva, del modo in cui viene ricostruito l’arresto dei Frank, facendo apparire Miep quasi come la sola a sapere del fatto che vi fossero otto ebrei nascosti nell’ edificio?), la fiction è tuttavia ben riuscita. E’ lodevole il fatto di essersi concentrati soprattutto sugli ultimi sette mesi di vita di Anne Frank, cosa assai delicata e complessa. E la ragione non è delle più semplici.
![Anna Frank Anna Frank](images/stories/R/RECENSIONI/MATTAALESSANDRA/annafrank/frank2.jpg)
Non so se Negrin abbia trovato le stesse difficoltà di altri registi, ma il fatto che si sia ricostruita non tanto la storia del diario quanto gli ultimi 7 mesi è sicuramente un lavoro ottimo.
![Anna Frank Anna Frank](images/stories/R/RECENSIONI/MATTAALESSANDRA/annafrank/frank6.jpg)
Ottima poi l’ interpretazione di Moni Ovadia , nei panni di un rabbino professore di filosofia, capace di dare una lezione di vita a un carnefice nazista.
Malgrado alcune dimenticanze o eccessive libertà di ricostruzione, un lavoro buono, che sta ora venendo distribuito in tutto il mondo, grazie all’ impegno appassionato del produttore Fulvio Lucisano.