Percorso

"La doppia ora" di Giuseppe Capotondi

 
''La doppia ora'' locandinaIn concorso al Festival di Venezia con questa prima opera volutamente enigmatica, il regista pubblicitario Giuseppe Capotondi firma il suo esordio nel cinema avvalendosi di una sceneggiatura vincitrice del Premio Solinas. Atmosfera cupa ("non si vede mai un raggio di sole!" afferma in una intervista) per la intricata vicenda d'amore fra Sonia e Guido interpretati da Ksenia Rappoport e Filippo Timi. I due si conoscono ad uno "speed date" e casualmente, uscendo, si trovano accanto e si piacciono subito. Lei cameriera d'albergo, riservata, dall'aspetto dolce e dolente un po' appassito; lui ex poliziotto e custode di sontuosa villa, cupo e sanguigno quando liquida con rabbiosa violenza una amante occasionale. Dolce e romantico l'incontro nel bosco della villa, tragico quello coi rapinatori che, dopo aver svaligiato la casa, uccidono lui e feriscono lei.
In una atmosfera pseudo-onirica conseguente al trauma subito, Sonia continua la vita di sempre ma con forte turbamento: sente dappertutto la voce e la presenza di Guido, porta i fiori sulla sua tomba, sobbalza per rumori abnormi, balla e beve in discoteca con l'amica e collega Margherita (Antonia Truppo), gli incontri casuali con un subdolo cliente dell'albergo (Fausto Bruno Alesi) la terrorizzano. Il commissario ex collega di Guido (Michele Di Mauro) ha dubbi sulla vicenda, la segue, la tempesta di domande ma lei gli sfugge...

''La doppia ora''Troppi accadimenti sospesi, irrisolti, inspiegati: due suicidi, il motivo per cui Guido ha lasciato la polizia, lecontinue affannose nuotate di Sonia in piscina, le sue sensazioni di soffocamento, le sue stranite azioni. E il continuo allusivo ripetersi della "doppia ora" come Guido, nel loro primo incontro,  definisce i numeri uguali di ore e minuti simili a stelle cadenti e che richiamano alla mentegli orologi di "Io ti salverò". Intensa e vibrante l'interpretazione della Rappoport, ancora nel ruolo mussoliniano di "Vincere" Filippo Timi, nella media gli altri. Da non tralasciare la perfetta presenza di Laura Poli nel ruolo di direttrice della sala dello "speeddate". Il contesto, volutamente avvolto nel mistero ma involontariamente artificioso e ingarbugliato, si intuisce in gran parte fin dalle prime inquadrature.
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