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Percorso

"Planet Terror" di Robert Rodriguez

di Ignazio Sanna

 PRIMA DELLA VISIONE

Finalmente è arrivato anche in Italia ‘Planet terror’, la seconda parte di ‘Grindhouse’. La prima, ‘Death proof’, aveva già entusiasmato pubblico e critica qualche mese fa, con poche eccezioni. L’operazione nasce da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, entrambi affascinati da un certo tipo di immaginario filmico popolare nell’America degli anni Sessanta, comprendente splatter, sexploitation, blaxploitation, arti marziali e via elencando. I due avevano già collaborato per ‘Dal tramonto all’alba’ (1996), con il primo autore della sceneggiatura e il secondo alla regia, in un’operazione a mio parere poco riuscita, nonostante la presenza di attori importanti quali George Clooney, Harvey Keitel e Juliette Lewis.
Nonostante ‘Death proof’ in Italia sia uscito per primo, Tarantino ha cominciato a girarlo cinque mesi dopo l’inizio delle riprese di ‘Planet terror’, nel quale ultimo peraltro il geniale regista si produce nel finale in un cameo nelle vesti di un cattivo cattivissimo. Nel cast spiccano i nomi di Bruce Willis, già nel giro tarantiniano di ‘Pulp fiction’ e, per i fans dell’hip hop, di Fergie, già voce dei Black Eyed Peas. Tra le caratteristiche del grindhouse che i due registi hanno voluto riproporre (oltre all’invecchiamento artificiale delle pellicole, che in Italia fanno venire in mente piuttosto Franco e Ciccio, immortali interpreti de ‘L’esorciccio’) la proiezione dei trailer tra un film e l’altro. Per farlo ne hanno inventato ben quattro di sana pianta, ‘Thanksgiving’, ‘Machete’, ‘Werewolf women of the SS’ e ‘Don’t’, diretti rispettivamente da Eli Roth (già autore dell’efferato ‘Hostel’), Robert Rodriguez, Rob Zombie (autore del recente ‘Halloween’), Edgar Wright (regista inglese che esordì nel 2004 con ‘L’alba dei morti dementi’, titolo che è tutto un programma).
 
 
 DOPO LA VISIONE

Ecco, lo sapevo, dei quattro trailer annunciati vediamo soltanto ‘Machete’. Che fine hanno fatto gli altri? Mi piacerebbe tanto saperlo, sperando che la colpa non sia come al solito dei distributori. In ogni caso questo finto trailer è molto ben riuscito, fa venir voglia di andare a vedere il film, per cui speriamo che Rodriguez si sbrighi a girarlo davvero come pare abbia affermato. La trama è (apparentemente) la stessa del primo omicidio Kennedy, quello di John, ormai divenuto un classico dell’immaginario spettacolare occidentale del ventesimo secolo, con il primo killer ucciso da un secondo killer. L’interprete principale è Danny Trejo, col suo bel faccione da brutto ceffo messicano. Ne riparleremo.
‘Planet terror’ si presenta per lunghi tratti come uno splatter classico, sulla scia della miriade di film di zombies da Romero in poi. Ma ciò che fa la differenza è il tocco tarantiniano in alcune trovate, come quella della stupenda Rose McGowan trasformata in arma letale, o la drammatica scena della morte dei due fratelli, che finalmente si scambiano una ricetta gastronomica che li ha a lungo resi nemici.
 
 Insomma, anche questo film dimostra che il bagaglio culturale retrò di Tarantino e i suoi si presenta allo spettatore con una carica d’ironia esplosiva, che è in gran parte ciò che differenzia la nostra epoca tormentata dai ‘favolosi’ anni Sessanta, riscattandone l’ingenuo ottimismo a suon di effetti speciali, in un florilegio di deflagrazioni e bastonate ai cattivi.
Vengono citati anche l’Iraq e l’Afghanistan. Non a caso ciò che trasforma la gente in morti viventi è un’arma chimica, di quelle che sembravano piacere tanto a George W. Bush e alla buonanima del suo ex-alleato Saddam Hussein. Ma qui, per il gaudio di grandi e piccini, veniamo a sapere che Osama Bin Laden, il villain per eccellenza di questo macabro western mediorientale in cui siamo immersi ormai da anni, è finalmente stato giustiziato.
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