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Percorso

"Captain America: The First Avenger" di Joe Johnston

di Luca Crippa

''Captain America, the first Avenger'' locandina"Captain America: The First Avenger" - USA 2011 - regia di Joe Johnston
Torniamo ai supereroi e alla saga che sta costruendo tassello dopo tassello, tutti capitoli che si susseguono per arrivare al film sui Vendicatori. Dopo "Hulk
", "Iron man" e "Thor", ecco arrivare il film su "Capitan America". Anche se i fumetti sono ora prodotti dalla Marvel come per i succitati altri supereroi, Capitan America ha un origine collocata nel periodo in cui i primi supereroi videro la luce.

Nacque dalla mente di Joe Simon e dalla mano di Jack Kirby nel 1941 e pubblicato per la Timely Comics. La loro idea nasceva da una vera e propria repulsione nei confronti della Germania dì Hitler, e il primo numero raffigura Cap colpire con un pugno lo stesso Hitler. Il fumetto ebbe critiche ma molto successo e il numero vendette oltre il milione di copie. Successo che continuo' nel periodo bellico superando come vendite anche la rivista Time. Nei fumetti il gracile Steve Rogers si sottopone all'esperimento e al siero del dott. Erskine, pur di combattere il nazismo, e diventa un super soldato dalle capacità fisiche sovrumane. L'assassinio del dottore lo rende l'unico esemplare.

Captain America: i fumettiNell'esercito, insieme al giovane Bucky (una sorta di Batman e Robin) combatte contro i nazisti in Europa. Presto si aggiungono altri supereroi, come Sub Mariner o la Torcia Umana originale (di cui si vede un'omaggio nella Stark Expo di questo film).
Passata la "Golden Age" dei fumetti supereroistici, e finita la guerra, Capitan America cadde nel dimenticatoio. Ci furono un paio di tentativi, tra cui uno in cui Capitan America dava ora la caccia ai comunisti negli anni '50.
Poi negli anni 60, la "Silver Age" supereroistica, nei fumetti della Marvel Comics, il gruppo dei Vendicatori, Iron Man, Giant Man e Wasp, Thor, recupera dai ghiacci del nord un Capitan America ibernato.

Captain America: i fumetti degli anni 40Viene spiegato che durante un'ultima missione, contro il Barone Zemo, nel tentativo di fermare un missile, Bucky perde la vita e Capitan America cade nei mari del nord, rimanendo ibernato grazie al siero del super soldato. La perdita di Bucky crea quello che nei fumetti Marvel era la novità dei supereroi, ovvero finali non sempre felici, e motivi di sofferenza per gli eroi. Capitan America ha perso tutti i suoi amici il suo mondo e il compagno di azione. E la sua amata Peggy Carter. Anche se incredibilmente, collaborando con lo SHIELD, si imbatte nella sorella minore, agente segreto Sharon Carter. E diventa il nuovo amore. Ovviamente alcuni personaggi fanno ritorno dalla guerra essendo passati vent'anni.

''Captain America, the first Avenger''Ora come ora, molte cose sono state rimaneggiate, per motivi temporali. La nemesi assoluta di Cap e il Teschio rosso, agente nazista che sopravvive anche lui grazie a un gas ibernante, per tornare ad affrontare il nostro eroe anche nei tempi moderni. Ovviamente seguono mille avventure che non si possono condensare.
Passiamo al film. Ovviamente in linea con la cinematografia Marvel, molte cose sono state cambiate, ma i riferimenti sono così tanti e ben inseriti da rendere il tutto piacevole anche al fan più schizzinoso. All'inizio Steve Rogers nei panni di Capitan America viene proprio usato come fenomeno da spettacolo, da propaganda, con tanto di spettacolino e finto Hitler da picchiare, ricreando proprio quel primo numero degli anni 40. Lo stesso fumetto si vede durante il film.

''Captain America, the first Avenger''La trasformazione di Steve Rogers avviene più o meno come nei fumetti, e ci sono tanti riferimenti recuperati accuratamente dai fumetti, come il finto negozio gestito da una vecchietta dove in realtà si accede al laboratorio militare dove l'esperimento viene compiuto. Con l'aggiunta della presenza di Howard Stark, padre dell'odierno Tony Stark - Iron man. Inoltre il Teschio rosso non indossa una maschera ma è anche lui stato sottoposto al siero, ma una versione difettosa che ha prodotto una trasfigurazione della pelle rendendolo simile a un Teschio. Compare anche Arnim Zola, nei fumetti uno scienziato dal corpo robotico, ma qui un normale scienziato che serve il Teschio rosso, interpretato dal sempre  accattivante Hugo Weaving.

''Captain America, the first Avenger''Bucky (Sebastian Stan) non è un minorenne mascotte dell'esercito, (poco credibile) ma un soldato che già conosce Steve da gracile, e lo tira fuori dai guai, per diventare poi la sua spalla, senza però costumino e mascherina. Anche se un piccolo riferimento si vede nel giubbotto ch eindossa in azione. Muore però prima della scomparsa del capitano, in missione. Chris Evans, smessi i panni del buffonesco Johnny Storm/Torcia umana dei Fantastici 4 (che saranno opera di un reboot) si cala bene nel ruolo del bravo ragazzo ed è un credibile Capitan America. Divertenti le schermaglie amorose con Peggy Carter (Hayley Atwell) ed è sempre bello trovare Tommy Lee Jones in un film, in questo caso Il suo superiore nell'esercito che lo "strattona" come nei fumetti.

''Captain America, the first avanger''Il film ha il suo momento finale di azione pura, come cliche, cosa che fa storcere il naso a chi pretende sempre un film d'autore in fumetto cinematografico. Il cattivo perde, e anche qui il Capitano finisce con un aereo nei mari del nord, finendo ibernato, perchè il siero causa un effetto rigenerativo. E si ritrova a essere risvegliato 70 anni dopo.
Joe Johnston, il regista al cui attivo ha film come "Rocketeer", "Jumanji", "Jurassic Park III" e "Wolfman", si è ispirato per l'atmosfera fantascientifica in piena Seconda Guerra Mondiale, ai film di Indiana Jones, "Cielo d'ottobre", e "Rocketeer".  Un film ben riuscito, e mi spiace quando leggo critiche del tipo "inutile violenza da hollywood" come se ci si aspettasse un film di Felllini, quando tra le scene di azione, alcuni messaggi hanno un senso forse semplice, ma che nei tempi nostri forse andrebbero sottolineati e insegnano a fare quello che si deve fare, anche quando non è quello che si vuole.

Certo un sorriso viene quando il Teschio rosso dice "L'arroganza in genere non è di voi americani". Ma è anche vero che in quel momento storico, il premio "arroganza" aspettava forse alla Germania. E Capitan America non è certo l'arroganza fatta persona, ma ha sempre voluto essere solo un simbolo di libertà. Il lato positivo (anche probabilmente utopico) dell'America.

3 agosto 2011
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