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Percorso

Radu Mihailenau: una trilogia per raccontare la storia

di Alessandro Matta

''Train de vie'' locandinaNon si può restare indifferenti davanti al lavoro fatto dal regista Radu Mihailenau. Fino a  dieci anni fa era sconosciuto a molti. Oggi è considerato il maggiore interprete cinematografico della storia degli ebrei nel XX secolo.

Ha fatto della storia ebraica il fulcro di tutta la sua opera filmica. Quando, nel 1999, esordì con “Train de vie” molti pensarono alla sua bravura nell'essere riuscito a raccontare la Shoah per mezzo di una storia di fantasia e comicità  immersa in quell'enorme buco nero della storia dell'umanità.

Quella di “Train de vie” è una storia tragicomica, immersa in quello spirito yiddish, tipico della cultura ebraica dei paesi dell'Est Europa degli anni '40, un mondo oggi non più presente, poiché  prepotentemente spazzato via dalla macchina dello sterminio nazista.Pochi dei soddisfatti spettatori di quella pellicola (me compreso) potevano sospettare che quel regista si sarebbe mosso più in avanti  e avrebbe fatto tanta strada come  ha fatto.

''Vai e vivrai'' locandinaNel 2006,  lo abbiamo ritrovato,  ancora una volta con una storia ebraica, meglio israeliana, con il bellissimo “Va e vivrai”, una trepidante storia israeliana su una vicenda  ancora oggi pocp conosciuta,  quella degli ebrei Falashà, ossia gli ebrei etiopi salvati dal Governo Israeliano con un colossale ponte aereo chiamato operazione Mosà.

Una pellicola che mi  commuove,  una pellicola che insegna come  Israele abbia aiutato e ancora oggi aiuti i suoi fratelli e i suoi figli in difficoltà  in ogni angolo del mondo. E ora  nelle sale  questo terzo e meraviglioso film: “Il concerto”. Mihailenau racconta un'altra storia di antisemitismo europeo: quella degli ebrei nella Russia comunista. Una storia nascosta, negata o sottovalutata, fatta di ricatti, espulsioni dai luoghi di lavoro, degradazioni, umiliazioni e anche da deportazioni e morte.

Non più,  in questo caso,  i campi di sterminio polacchi e il meccanismo scientifico  dell’ eliminazione di massa nelle camere a gas e nei forni, ma il meccanismo del terrore politico, del venire espulsi, cacciati come nemici del popolo, umiliati e infine imprigionati e destinati alla morte per stenti o per lavoro forzato, in quel meccanismo perverso e assassino del Gulag sovietico.

''Il concerto'' locandinaMihailenau ci parla questa volta degli ebrei dell'URSS, maltrattati, accusati di complotti fasulli, venduti come schiavi, e il tutto condito dalla stessa sana ironia yiddish di cui Mihailenau è intriso. Ancora una volta, Radu fa centro, questo volta col terzo dei film da lui dedicati alla storia ebraica. Una storia che vi prenderà   dalla prima all'ultima scena, vi conquisterà   come un concerto di Tchaikovsky, vi commuoverà  come non mai, perché  Mihailenau ha realizzato, per me,  il film dell'anno. Mihailenau è il regista che più di ogni altro ha dimostrato di saper raccontare col linguaggio cinematografico la storia del XX secolo, il secolo degli ebrei come l'ha saggiamente definito lo storico Martin Gilbert. Mihailenau ha firmato ben tre capolavori,  le ha vinte su tutti. Coraggio Radu,  continua così ! I tuoi tre film ci aiuteranno a studiare e ricordare la storia.

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