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Percorso

La rappresentazione della Resistenza ebraica nel cinema

I parte: La II guerra Mondiale e il Secondo Dopoguerra (1945 – 1961). di Alessandro Matta
 
Ulica GranicznaAlla fine della II guerra Mondiale, la Resistenza ebraica è stata oggetto di scarso interesse da parte di storici e studiosi. L’interesse  nello specifico  iniziò ad emergere solo negli anni ’70-80 circa e il dibattito su di essa continua anche oggi. Non fa eccezione la rappresentazione della Resistenza ebraica sul grande schermo  che ben pochi film hanno rappresentato e spesso nemmeno in maniera corretta.
La più grande dimostrazione di forza  fu la rivolta del ghetto di Varsavia, dall'aprile al maggio del 1943, mentre stava per iniziare la liquidazione totale del ghetto con le ultime deportazioni verso i campi di sterminio. La ŻOB e altre organizzazioni più piccole resistettero ai nazisti per 27 giorni, prima di essere tutti sterminati. Ci furono anche molte altre insurrezioni armate nei ghetti, di cui però nessuna ebbe successo.
 
Ci furono tentativi  anche nei campi di sterminio. Un esempio è dato da rivolte come quella di Sobibor del 14 ottobre 1943 o la rivolta dei sonderkommando di Birkenau dell’ottobre 1944 .
Il cinema  occidentale  ha iniziato a rappresentare la Resistenza ebraica al Nazismo in maniera si può dire definitiva solo a partire dagli anni ’80. Fino ad allora poche pellicole si erano addentrate in tale argomento.
Negli anni del II dopoguerra, soprattutto in certi tipi di cinema come quello italiano, incomincia a diffondersi lo stereotipo della "passività ebraica", in base al quale gli ebrei si sarebbero lasciati portare "al macello come le pecore".
 
FrodonNon vengono diffuse le notizie sull’eroica resistenza opposta dagli ebrei, disarmati, nei ghetti della Polonia, dei paesi baltici, della Bielorussia e dell’Ukraina, non viene posta alcuna attenzione alla partecipazione della popolazione ebraica alla Resistenza nei vari paesi dell’Europa occidentale, anzi, viene taciuto il fatto che quando scoppiava l’insurrezione del ghetto di Varsavia non esistesse ancora un solo maquis in tutta la Francia.
Il cinema dell’Est costituisce invece una particolare eccezione, specie per alcune pellicole:
nel 1947, la futura  Germania Est vede la nascita di una curiosa pellicola di Fredersdorf Herbert "Lang ist der Weg" - "La stada è lunga" recitato in yiddish, in tedesco e in polacco (e anche per questo il film non circola in tutte le sale ma solo in circoli ebraici soprattutto Ashkenaziti). E’ il primo film in cui si parla abbondantemente di Auschwitz; si fa riferimento al "vissuto" ebraico delle vittime, ai rapporti conflittuali tra ebrei e polacchi e alla Resistenza ebraica al Nazismo.
Nel 1948, Aleksander Ford, l’uomo forte del cinema polacco, il direttore del "Film Polski", colui che aveva dato alla luce il famoso documentario sulla liberazione del KL-Majdanek, realizza un’opera fondamentale "Fiamme su Varsavia" – "Ulica Graniczna", ovvero il primo film sul ghetto di Varsavia. E sulla rivolta in esso avvenuta nel 1943.
 
SamsonParadossalmente, il cinema americano ha trattato il tema della Resistenza ebraica al Nazismo nel corso stesso della Shoah. Del 1944 è la pellicola di Andrè de Toth “Nessuno Sfuggirà” , ambientata in “un futuro non precisato” nel quale la Germania ha perso la guerra, mostra un processo contro un criminale nazista polacco, durante il quale vengono ripercorsi tutti gli itinerari della sua carriera di assassino di migliaia di persone. In particolare, è degna di nota la scena in cui si ricorda un rastrellamento da lui condotto in uno Shtetl (villaggio ebraico) della Polonia. In questa scena, gli ebrei che stanno per essere caricati su carri merci destinazione sterminio, incitati dal rabbino a “morire con dignità”  si ribellano ai loro carnefici! Quindi non solo De Toth fa vedere cosa avverrà dopo la guerra con una specie di “processo di Norimberga”, ma addirittura, forse reduce dalle notizie fresche relative alle insurrezioni del ghetto e della città di Varsavia, il regista  parla di Resistenza ebraica al Nazismo. E non è cosa di poco conto, tenendo conto del fatto che la resistenza ebraica tornerà in tutto il cinema occidentale a venire trattata solo alla fine degli anni ’70.
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