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Percorso

"Truman Capote" di Bennet Miller

(Sottotitolo di Monica Aschieri: “Ops, mi è caduto un mito”!)
di Monica Aschieri 

Truman Capote, a sangue freddo - locandinaPrimo consiglio: leggere, subito, senza perdere tempo: A SANGUE FREDDO.
Vi renderà conniventi, lo consumerete come un peccato. Un reato.
Poi procedete verso il film! E vi assolverete, la colpa.. è tutta di Capote!
Buon inizio recensione!...
Leggendo del massacro di una intera famiglia in Kansas, Truman Capote, giornalista e scrittore di fama mondiale, rimane come folgorato, ipnotizzato. Chiede di poter seguire il caso per conto del quotidiano The New Yorker, per trarre un articolo dalla vicenda. Assieme alla sua collega e amica Harper Lee si reca sul luogo del terribile fatto di cronaca, a Olkomb. I quattro membri della famiglia Clutters, uccisi, il padre sgozzato, moglie e figli legati imbavagliati, finiti a colpi di pistola.
Di fronte ai corpi straziati riposti dentro le bare, in attesa del rito funebre, a Capote accade qualcosa. Dentro quell’abisso di follia e dolore ci si ritrova.

 …mi conforta invece…
…il modo in cui una cosa così orripilante…
…la vita normale si dissolve…
….certo io non ho avuto un gran talento per la vita normale…

Segue il caso, tutte le indagini, rinuncia all’articolo per il New Yorker, intuendo che c’è materiale a sufficienza per un libro, il libro per cui lui è nato, per cui lui esiste ed esisterà sempre. Conosce gli assassini, presto presi, stabilisce con loro una sorta di relazione. Inizia ad andarli a trovare in carcere, anche se condannati a morte.  Le visite continueranno per sei lunghi anni.

Truman Capote, a sangue freddoTra Perry Smith, uno degli imputati responsabili della strage e Capote, si stabilisce un legame da subito forte. L’omosessualità manifesta del protagonista  può indurre lo spettatore a vedere qualcosa di romantico in quest’amicizia.

….io non voglio che il mondo ti veda come un mostro per sempre..

 Miller descrive invece l’uso che Capote fa dei due assassini, le continue visite, i dialoghi serrati, i racconti delle reciproche vite, tutto imbastito, creato ad arte per riuscire ad avere, estorcere, la descrizione sin nei più piccoli particolari e dettagli, della mattanza, e poi la sfibrante attesa della fine, il suo negarsi a richieste di aiuto da parte dei due condannati, fino all'aberrante ansia di vedere esaudito il desiderio più profondo e inconfessabile: l'esecuzione della condanna a morte, traguardo indispensabile per la pubblicazione del suo libro.
Una storia fatta di ombre. Di vite che si intersecano. Di cinismo e caparbietà. Di disperazione e solitudine.

Truman Capote, a sangue freddoLa mostruosa bravura di Philip Seymour Hoffman premio oscar per l’interpretazione di Truman Capote, contribuirà non poco a far capire e a far odiare allo spettatore il protagonista.
Lentamente, Bennett, al suo primo lungometraggio, ti porta nel mondo, nella mente, nel corpo quasi, di un cinico, miserabile, megalomane, narcisista, viscido uomo geniale, quale Capote.
Questa è la vera storia del film. A questo tutto porta. Ad una domanda soprattutto: come si può essere così geniali e così miserevoli. Non maledetti, proprio miserevoli.
L’inventore del romanzo-documento, del qualsiasi cosa se ben scritta si può dare in pasto al popolo, il precursore assoluto del circo mediatico, dei Cogne, Erba, dei processi che diventano storia, libro, cinema, fiction, il geniale narratore di quel capolavoro assoluto, indiscusso, che è: A sangue freddo, è possibile, credibile, sia, fosse, una feccia d’uomo?
Non lo sapremo mai davvero, dovremmo attenerci alle cronache dell’epoca e tentare di formarci una opinione nostra: miseria umana e genialità sono compatibili?
 
Truman Capote, a sangue freddoUn film molto bello, misurato, pulito, asciutto. Essenziale. Che mi ha coinvolto dall’inizio alla fine facendomi infuriare!  Non risponde alla domanda, come è giusto che sia, descrive semplicemente i fatti, senza entrare nel merito, nel puro stile Capotiano. Ed io che adoro non essere condotta, che amo capire da me, trovare le risposte, stavolta non le ho trovate. E non riesco a concepire come uno snob incipriato modaiolo superficiale egoista cinico e spietato ometto possa anche essere un genio.
“Se vuoi davvero avere dalla vita, devi tradire, rubare”. Sembra dirci questo, Capote. Tradire le confidenze, tradire le sicurezze di una società che ti nutre divorandoti, tradire per il successo, per ingordigia, rubando la fiducia, corrompendo, usando.
Ma io non ci sto.
Non voglio vivere così.
Non voglio scrivere capolavori così.
Non voglio tradire, non voglio rubare, non voglio corrompere.  

Monicuccia  borghesuccia piccola piccola, smettila col mito romantico del genio buono..
Il paese dei balocchi non esiste…!

Buon Film!! Buona riflessione! Buone scelte.
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