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Percorso

Quattro vite raccontate dal cinema

Parte nei saloni della Società Umanitaria di Cagliari una rassegna dedicata  a  morti terribili, causate dalle sopraffazioni dello Stato. Incontri, film, discussioni dal  4 aprile.

Carcere di Buoncammino“Abusi di potere. Storie di ordinaria sopraffazione” è il titolo della rassegna cinematografica promossa dall’associazione Liberazione nella sala della Cineteca Sarda di Cagliari.  Dal 4 aprile sino al 9 maggio, tutti i mercoledì, dalle 20,  proiezioni, incontri, discussione. (ingresso 5 euro).

Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Aldo Scardella, Giuseppe Casu, quattro vite accomunate da una morte terribile dovuta agli abusi di potere e alla sopraffazione da parte dello Stato, della polizia, del potere costituito.


Programma della rassegna:

Mercoledì 4 aprile:

148 STEFANO - MOSTRI DELL’INERZIA  
di Maurizio Cartolano, Italia 2011, 64’
Stefano Cucchi è morto “di carcere”. Muore a soli 31 anni in un letto di ospedale del reparto di Medicina Protetta del Sandro Pertini di Roma. Sei giorni dopo che è stato arrestato. E’ il 22 ottobre 2009, Stefano è la 148ma vittima che perde la vita in un carcere italiano. Durante quei sei giorni gli sono stati negati tutti i diritti. (tratto da Il fatto quotidiano)

Mercoledì 11 aprile:

185 GIORNI
di Paolo Carboni, Italia, 2006, 44’
Cagliari, 23 dicembre 1985: in un supermarket viene ucciso Giovanni Battista Pinna, il titolare. Passa una settimana e in carcere, con l'accusa di omicidio, finisce uno studente 24enne, Aldo Scardella. Gli esami del guanto di paraffina risultarono negativi. Anche gli altri indizi a suo carico erano deboli: servì a poco. Il pm e il giudice istruttore rimasero convinti che Scardella fosse colpevole e lo tennero in isolamento per sei mesi. Per molto tempo non  poté incontrare neppure il suo difensore, l'avvocato Gianfranco Anedda, e il primo colloquio con i familiari  fu concesso solo il 10 aprile del 1986. Il giovane  manifestò grandi sofferenze mentali causate dalla solitudine e fece istanza ai magistrati affinché fosse revocato il regime di isolamento. Fu tutto inutile. Il 2 luglio 1986 Aldo Scardella fu trovato impiccato nella sua cella di Buoncammino.


Mercoledì 18 aprile:

È STATO MORTO UN RAGAZZO
di Filippo Vendemmiati, Italia, 2010, 95’
La notte del 25 settembre 2005, dopo una notte a Bologna, il diciottenne Federico Aldrovandi rientra a Ferrara, saluta gli amici e si incammina verso casa. Alle 7 del mattino, i genitori, preoccupati per il suo mancato ritorno, tentano di chiamarlo ma il suo cellulare squilla a vuoto, finché non risponde un ispettore di polizia, dichiarando che le forze dell'ordine stanno effettuando degli accertamenti. Solo cinque ore dopo la famiglia Aldrovandi viene a sapere la verità sul figlio: Federico è morto. Le cause del decesso restano ambigue e i due coniugi Aldrovandi vogliono fare chiarezza. Se la Storia fa fatica a trovare le sue verità, l'identità di uno stato civile resta spesso celata dietro la benda e la bilancia mal calibrata della Giustizia. Il caso di Federico Aldrovandi si colloca esattamente a metà tra i fatti del G8 di Genova nel 2001 (piazza Alimonda e scuola Diaz) e la morte di Stefano Cucchi del 2009, e con essi disegna i contorni di qualcosa di terribile e disarmante solo per il fatto di poterle dare un nome: violenza di stato.

Mercoledì 2 maggio:

1904 N. 36
di Riccardo Napolitano, Italia, 1967, 18’
Il documentario precede la battaglia basagliana per l’abolizione dei manicomi e mostra drammaticamente le condizioni inumane in cui versavano i malati mentali nelle istituzioni psichiatriche del tempo. Napolitano tenta anche di dare un segno di speranza sottolineando l’impegno dei medici e infermieri in strutture alternative, chiedendo l’abolizione della legge n. 36 del 1904, che assimilava nella fedina penale i malati ai criminali comuni.

I GIARDINI DI ABELE
di Sergio Zavoli, Italia, 1968, 20’
Nel 1967, intuendo una rivoluzione che impiegherà undici anni a dare i suoi frutti, Zavoli porta nelle case degli italiani le immagini perturbanti di un manicomio, l'ospedale psichiatrico di Gorizia. Il direttore della struttura, lo psichiatra Franco Basaglia, ha aperto ai matti i cancelli che dividono il sanatorio dal parco, trasgredendo una disciplina carceraria fondata sul pericolo sociale del demente. I lunghi dialoghi con i malati danno parola ad un'umanità esclusa e colpiscono le coscienze.

Mercoledì 9 maggio:

LA STORIA DI GIUSEPPE CASU
Venditore ambulante di frutta, in seguito ad un litigio con una pattuglia della polizia municipale, viene immobilizzato dai poliziotti. Ricoverato in ospedale e sottoposto a un TSO, perennemente legato al letto e sedato, morirà dopo una settimana.
Incontro  con Natasha Casu  e la regista Francesca Ziccheddu

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