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Percorso

Cagliari al centro delle isole del cinema

Giuliano Montaldo al Cineworld tra parole, suoni e visioni, per la due giorni dedicata alla settima arte. Focus su “Una notte in Italia”: l'intervista a Piera Detassis. di Elisabetta Randaccio

''Isole del cinema'' 2013Si è concluso con una manifestazione di “parole suoni visioni emozioni” a Cagliari, al “Cineworld” (il 25 e il 26 ottobre), il progetto che ha coinvolto “Le isole del cinema” per due anni, ovvero “La Sardegna cresce con l'Europa”, cofinanziato dall'Unione Europea attraverso il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale).

E' stato un biennio importante, nel quale i quattro festival legati alle isole minori e a quattro specificità del cinema (la regia con “Una notte in Italia” a Tavolara con la direzione di Piera Detassis e Marco Navone, la recitazione con “La Valigia dell'attore” e la direzione di Giovanna Gravina a La Maddalena, la scrittura filmica con “Pensieri e parole” a L'Asinara con la direzione di Sante Maurizi, la colonna sonora con “Creuza de ma'” a Carloforte, direttore Gianfranco Cabiddu), hanno potuto offrire agli spettatori programmi di ampio respiro, ospiti prestigiosi, proiezioni, workshop e appuntamenti speciali. Mentre il futuro è ancora avvolto in una nebbia poco chiara di evanescenti finanziamenti, “Le isole del cinema” mettono il punto ad una straordinaria esperienza, che ha avuto un suo elemento di forza nella collaborazione fattiva dei quattro eventi e dei rispettivi direttori artistici.

Giuiano MontaldoLa due giorni di Cagliari ha cercato di riprendere le modalità di svolgimento dei Festival: incontri con ospiti importanti e workshop. Si è così iniziato con un approfondimento sulla musica per film con il compositore Franco Piersanti che, stimolato dalle domande del critico Luca Bandirali, ha raccontato dei suoi esordi con un giovane Nanni Moretti e delle sue esperienze con Gianni Amelio e Bernardo Bertolucci, per finire con un omaggio ad uno dei più grandi registi italiani: Giuliano Montaldo, autore di opere sempre capaci di emozionare e di coinvolgere lo spettatore. Il documentario di Marco Spagnoli “Giuliano Montaldo. Quattro volte vent'anni” racconta una vita dedicata al cinema, senza presunzione, ma con tanta passione e genialità. Chiunque, poi, abbia rivisto, a conclusione della manifestazione cagliaritana, “Sacco e Vanzetti”, a quaranta anni dalla sua creazione, avrà goduto ancora della visione di un capolavoro perfetto, dove l'interpretazione di Gianmaria Volontè (Vanzetti, mentre Nicola Sacco era il bravissimo Riccardo Cucciolla) così forte e commovente, completava perfettamente un'opera di riferimento per la storia del cinema italiano.
A animare l'evento cagliaritano era presente anche Piera Detassis, che con Marco Navone condivide la direzione artistica di “Una notte in Italia”, la kermesse dedicata alla regia, ma che soprattutto si offre come un vero omaggio al cinema italiano e alle sue produzioni della stagione. Il pubblico che segue il Festival a Tavolara è quello di appassionati non scoraggiati dal disagio di doversi accalcare nei barconi per raggiungere l'isola, dal fare le ore piccole di fronte a un panorama straordinario con il grande schermo bianco davanti alla montagna stagliata nel cielo bruno e calmo dell'estate.

Piera DetassisMa come è iniziata questa avventura? - chiediamo alla Detassis.
E' stata veramente un'idea tra amici quella di proiettare un film in un paesaggio così straordinario, e la situazione è stata così suggestiva e particolare da convincerci ad allargare l'esperienza a un pubblico più ampio. Ora le proiezioni sono un vero evento, ma rimane la collaborazione tra tanti amici che sono la forza del cinema italiano.

Lei generosamente “regala” molto spazio sulla “sua” rivista “Ciak” a Tavolara, dove si è anche svolto il premio “Bello e invisibile”.
Il fatto è che “Una notte in Italia” diventa, in un certo qual modo, il festival di Ciak, nel senso che ne riprende lo spirito: lo spazio centrale al cinema italiano, il legame tra approfondimento e popolare, la fatica e il divertimento. Così, anche il senso del premio al film “Bello e invisibile” ha il suo riscontro nelle proiezioni svolte a Tavolara, comprendenti i lungometraggi premiati al botteghino durante la stagione, ma pure quelli apparentemente dimenticati dal pubblico, che hanno una nuova opportunità di essere fruiti.

Il pubblico di Tavolara è speciale: è cinefilo, ma anche desideroso di godersi un film fuori dalle ristretezze della televisione, dello streaming, dello schermino del telefonino o quello del Ipad..
Sì, è certamente lo spettatore che ama il cinema in uno spazio più adeguato di quello  solitario, isolato e distratto di tipo “casalingo”. Forse, conta anche una scenografia spettacolare, ma il pubblico è incantato da ciò che scorre sullo schermo, preso dalla magia primitiva del cinema.

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6 novembre 2013

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