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Percorso

L’intervista. Roberto Ismael Castòn Alonso

Incontro col regista primo direttore del festival Lgbt di Bilbao: “Affascinato dalla vostra lingua, il prossimo film lo giro in Sardegna” - English traslation - di Mariangela Bruno

Roberto CastonRoberto Ismael Castòn Alonso. Un nome lungo è come una corazza, come il confine ultimo di un’antica bellezza. Questo nome nasconde qualcosa, viene da pensare prima di incontrare uno dei più giovani dotati registi spagnoli.

Vedendo il suo primo film, Ander, rimasi scioccata dalla complessità dell’umanità rappresentata sullo schermo. Il film era una pelle che poteva indossare chiunque, era umanamente universale e per questo molto commovente. Nel 2009 mi sentii molto fortunata ad essere una dei pochi che riuscii a vedere questo capolavoro al cinema, esattamente come mi sento molto fortunata ora che finalmente incontro lui, che finalmente incontro quella corazza, che finalmente incontro quel nome. 

Sei stato il primo direttore dell’unico festival Lgbt a Bilbao, lo Zinegoak. Perché proprio Bilbao?
Bilbao è una città molto importante nel Nord della Spagna e non vi era nessuna iniziativa culturale di questo tipo; quindi ho pensato che proprio il fatto d creare qualcosa dove non ci fosse, fosse di per sé una buona ragione per crearla. Così nel 2003 abbiamo ricevuto i primissimi fondi per la prima edizione, e nel 2004 abbiamo iniziato.

Sardinian Queer FIlm FestivalPerché, secondo te, mancavano iniziative Lgbt? Pensi che il Nord della Spagna non fosse abbastanza aperto sulla questione?
Beh, il Nord della Spagna non è di mentalità molto aperta, ma non è neanche così arretrato. Diciamo, piuttosto, che il problema vero è fare qualsiasi tipo di Film Festival in Spagna. Certo per l’omosessualità c’è una difficolta maggiore. Soprattutto se al governo c’è la Destra, la quale è tradizionalmente omofoba. Ciò nonostante, il festival ebbe un grosso successo di pubblico.

Hai lasciato la direzione del festival qualche anno fa, perché?
Perché voglio rimanere tranquillo. Dopo il primo film, le cose sono cambiate. E ora sto promuovendo un nuovo film in giro per il mondo e ho veramente bisogno di un po’ di tempo per me.

Qual è l’atto politico più potente tra fare un film e creare un festival di circuitazione? Cosa fa più effetto sul pubblico, secondo la tua esperienza sia come direttore di festival che come regista?
Beh, non lo so. Credo che un film possa essere più potente, per via della possibilità che ha di essere visto da migliaia di persone, anche solo mettendolo gratis sul web. I miei film sono molto politici.

Si, che lo sono!
Sono felice del tuo entusiasmo, non preoccuparti. E’ per questo che faccio film.

Ander ha un pensiero politico molto profondo. Per questo mi piace. E’ stato difficile trovare una distribuzione nazionale in Spagna?
Oh sì! Molto difficile. Credo sia lo stesso in Italia. La distribuzione è il cancro del cinema.

Sardinian Queer FIlm Festival, GiuriaLo so bene, specialmente per certi film.
Esatto. Un mix di lingue, spagnolo e basco, la tematica, la politica, tutto ha reso il film difficile. Sai come vanno queste cose, ma sentivo di dover fare quel film comunque.

Come hai reagito al successo della critica? Ander ha vinto il premio Panorama alla Berlinale nel 2009. Ti aspettavi la vittoria?
Assolutamente inaspettata. Il successo venne dall’estero: Francia, Germania e anche Italia. Il mio insegnante di cinema diceva sempre “Il primo film è difficile, ma il secondo lo è ancora di più" ed io sono d’accordo.

Parlami del secondo film, Los tontos y los estùpidos. Come sta andando?
Sta andando bene. Sono molto felice. E’un film con un budget molto basso. Non abbiamo ottenuto i fondi. È molto difficile in Spagna ottenerli, quindi come si dice in spagnolo “Haciendo de la necesidad virtud”, lo abbiamo fatto comunque. Il film è diverso da come lo avevo immaginato all’inizio, ma lo preferisco così, ne vado molto fiero. Ad ogni modo è stato proiettato al San Sebastian Film Festival e la reazione del pubblico è stata molto positiva, per cui sono speranzoso.

''Los tontos y los estupidos''Quale dei tuoi film ami di più? Diciamo, quale figlio è il tuo prediletto? Se puoi dirlo, ovviamente!
Non posso dirlo. Forse il secondo, perché ha un linguaggio filmico diverso ed è quello più recente.

Tu sei un conoscitore di linguaggi. So che sei uno studioso di filologia, quindi forse questo è il motivo per cui dai particolare risalto a tutti i tipi di linguaggio (verbale, visuale, non verbale) nei tuoi lavori.
Naturalmente, il linguaggio cambia sempre, è rappresentativo. Aiuta la storia e il pubblico capisce facilmente.

Certo, il linguaggio aiuta il pubblico ad emozionarsi. È universale. Le reazioni del pubblico variavano da paese a paese dopo la proiezione del film?
Beh, no. Questo perché, come abbiamo detto prima, fare un film è più potente, va al di là.

Sicuramente. Questa è la bellezza dell’arte: la sua universalità.
Assolutamente. Mi trovi completamente d’accordo.

E hai trovato una distribuzione per il nuovo film?
Si. Stranamente l’abbiamo trovato per quasi tutta la Spagna. Per l’estero ci stiamo ancora lavorando; forse in Francia.

Forse il prossimo film sarà ambientato in Sardegna, chi può dirlo, giusto?
Ad essere onesto, è più facile di quanto pensi. Sono molto incuriosito dalla lingua sarda. Non posso promettere nulla, ma non posso neanche negare che ci sia una possibilità. Vedremo.

La batteria della videocamera si sta consumando ed è segno che devo smettere di registrare. Orgogliosamente mi incammino con Roberto verso l’entrata. Il Sardinia Queer Short Film Festival, USN 2014, sta per cominciare. Oggi è la serata di premiazione e Roberto, insieme ad altri artisti, è uno degli ospiti. Seguo la folla con la consapevolezza che i nomi non dicono nulla di sbagliato, che Roberto Ismael Castòn Alonso è davvero il segno di confine di un’antica bellezza, ed io sono molto felice di averlo incontrato. 


English version

Roberto CastonRoberto Ismael Castòn Alonso. A long name it is like a shell, a landmark of ancient beauty. This name has to hide something, I said to myself while I was going to meet one of the most talented young Spanish directors. I saw his first movie Ander and I was shocked by the complexity of human being represented on the screen. The film was a skin that could fit everyone, it was universal and for that it was extremely touching. I felt very lucky to be one of the few who could watch that masterpiece in a cinema, as well as I felt very lucky to finally met him, finally meet that shell, finally meet that name.
My Spanish does not exist and Roberto’s Italian too, so we manage to speak both a foreign language, just to feel the same misunderstanding. He seated politely with me on a small sofa, feeling a bit embarrassing in front of a video camera, but I assured him that nobody would see the recordings.

You were the first director of the only one LGBT festival in Bilbao, the “Zinegoak”. Why Bilbao?
Bilbao is a very important city in the North of Spain and there weren’t any initiatives in that field; so I thought that to create something where there is nothing, it is a god reason for itself to make it . In 2003 we got the money for the first edition, and we started in 2004.

What is, according to you, the reason why there weren’t much gay cultural initiatives? Do you think that North of Spain wasn’t really open for that?
Well, North of Spain is not really open minded, but it is ok. The real problem is to make any kind Film Festival in Spain. Of course the gay issue has more difficult than others to be screened. Especially with the Right at the government, that is traditionally against this. But we had a great audience success.

Sardinian Queer FIlm FestivalBut you left the organisation of the festival few years ago, why?
Because I want to stay quite. After my first movie, things changed. And now I am promoting my new movie all around the world and I really need some space for myself.

What it is the most powerful to make, as for a political statement, between a movie and a festival? What does affect more the audience, according to your experience as festival director and movie director?
Well, I don’t know. I think that make a movie could be more powerful for the chance to be seen by thousands of people, even just putting it online for free. My film are very political.

Yes, They are!
I am glad of such enthusiasm, no worries. It is for that I have reasons to make movies.

Ander has a deep political concept. That is why I liked it. Did you find it difficult to distribute it in Spain?
Oh yes! Very difficult. I suppose in Italy is the same. Distribution is the cancer of cinema.

I know, especially for that kind of movies.
Exactly. A mixture of language, Spanish and Basque, the theme, the politics, everything made the movie a difficult one. But, you know, I had to make it.

How did you react to the success of the critique? Ander won the Panorama Special Prize during Berlinale in 2009. Did you expect this victory or not?
That was absolutely unexpected. Success was especially abroad: France, Germany and Italy too. The difficult is the second one. My cinema teacher was saying all the time” the first movie is hard, but the most difficult it is surely the second one” and I do think it too.

Tell me about your second movie Los tontos y los estùpidos. How is it going?
It is going well. I am very happy. It is very low budget film. We couldn’t get money from the State because it is very hard to get it in Spain, so ,how we say in Spanish “Haciendo de la necesidad virtud”, we made it anyway.. The movie came different from how I imagined it at the beginning, but I think that it came out even better, I am very happy with it. However, it was screened in the San Sebastian Film Fest just a month ago, and the audience had a positive reaction, so I am really hopeful.

Which one of your movies you love the most? Let’s say, which son is your favourite? If you can say it, of course!
I can’t say. Maybe the second one, because it has a different visual language and it is the last one.

You are very into languages. I mean you studied philology, so maybe this is the reason why you give such a special attention to the way all kind of languages ( visual, verbal, not verbal, etc…) are expressed in you works.
Naturally. Language is changing all the time, it is representing. It supports the story. And audience understand it easily.

Of course, language helps audience to be touched by the story . It is universal. Did the audience from all the world react at the same way after the screening?
Well yes. That is way, as we said before, make a movie is very powerful.

Definitely, this is the beauty of art: its universality.
Definitely. I totally agree with you.

And did you find distribution for the new film? Because I really want to see it.
Yes. Surprisingly we found it in almost all Spain. While abroad we are still working; probably France.

Maybe next movie will be settled in Sardinia, who knows, right?
To be honest, it is easier than you think. I am really interested in Sardinia’s language sardu. I cannot promise anything, but I cannot say that there isn’t a chance either. We will see.

My video camera’s battery is low and it is time to stop recording. I proudly go with Roberto to the entrance. The USN 2014, Sardinia Queer Short Film Festival, is beginning. Today is the prizegiving and Roberto, among other talented artists, is one of USN guests. I follow the flow with the awareness that names do not say anything wrong, that Roberto Ismael Castòn Alonso it is a landmark of ancient beauty and I am glad to have met him.

17 dicembre 2014

 

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