Percorso

OH PITZIA'

 Cehh o Pitzià.pitticcu su film!
Hai centrato tutto con un tiro dalla lunga distanza. Come le bombe da tre punti, decisive, che lanciavi quando ti alzavi in aria con stile e trascinavi le folle del basket. Come quando nei viaggi o nelle feste diventavi il leader tra noi amici.
Trasgressivo, arrogante, egoista, irrispettoso, ma sempre irrimediabilmente simpatico e sopratutto vincente.
Anche qui hai fatto centro al primo tentativo di film vero.
Con la tua cocciuttagine e creatività, col tuo fisico eccezzionale che sa coordinare e combinare le fatiche del corpo alla creatività incessante del cervello. Roba da pochi eletti.
Hai fatto un bel film, per tutte le sale italiane e si ci ponisi i sottotitoli puru anche per quelle europee e mondiali.
Semplice, pulito, professionale. La storia leggera e intrigante di emigrazione e razzismo, la vitalità della città di Cagliari nella Marina e in Castello, gli attori nuovi e/o scafati, le belle musiche adatte di Gavino Murgia. Bravissimo Piero Marcialis, il migliore come recitazione; icone storiche della nostra cagliaritanità Nino Nonnis e Massimiliano Medda, ottimo l'esordio di Antonio Careddu come hai detto il 'Johnny Depp sardo. Hai fatto bene a insistere e aspettare la 'cubana' che ha arrichito il cast di una giusta internazionalità. Hai covato con tenacia la bella storia 'pensata' sin dagli anni newyorkesi con Paolo Maccioni.
Bravo, bravo, bravo, rilassati un attimo e non fare subito l'autocritica di ciò che non ti piace. Goditi il successo adesso, come dopo una bella vittoria sui campi di basket.
Ero emozionato ieri alla presentazione del film per la stampa, come se da un momento all'altro dovessi entrare anche io in campo.
Non riesco a staccare la tua imagine di attuale regista cinematografico da quella di giovane ribelle e vincente di un quarto di secolo fa.
Sarà perchè abbiamo passato un bel lustro insieme, tra tanti viaggi e tante avventure
Ti ricordi le trasferte ad Assisi dopo che giocavate con l'Esperia a Roma o dintorni (in pellegrinaggio a cercare pivelle che tu regolarmente ti cuccavi e a nosu nuddaŠ) e quella volta che arrivammo sino a Venezia sempre per una pivella?
E quando ti venimmo a trovare a Bologna dove avevi avuto il tuo primo trasferimento da giocatore professionista?
E poi l'avventura da imprenditore a New York ? Belli I vent'anni eh?
Ma figurarì se potevi stare fermo a fare l'avvocato
Certo mi piacerebbe ricostruirli e fare con te un film di quegli anni, intitolato 'IL BIZZARRO' come ti chiamava affettuosamente tuo nonno.
Va bè, ho capito, adesso sei nel momento del riflusso e non vuoi neanche
pensare ad un altro film.
Eppure mi piacerebbe tanto scrivere un libro sulla tua autobiografia di teen-ager fino allo sbarco a New York.
(come quella volta che andasti tu al Sant'Elia a scrivere il mio pezzo sul Cagliari per il 'Messaggero di Roma' perchè io dovevo iniziare la radiocronaca del Brill al Palazzetto subito dopo ti ricordi?).
Vabbò ne riparliamo tra 10 anni.
Intanto io vengo Sabato al festone alle Saline sul film, tu vieni il 28 Giugno a giocare al torneo 'Baskettendi' po beccius e pippius all'Esperia ?
Tanto hai più di 45 anni! Tenisi ragioni..tottu torra...
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Il Vangelo secondo Giovanni… Columbu

Una insolita conferenza stampa po battiai 'Su Re'. di Pietro Porcella

Giovanni ColumbuPensavo di dover commentare una Press release, de pressi, sull'insolito sistema di finanziamento del film (in sardo) sul Gesu' di Columbu di cui si è già tanto parlato. Il comunicato stampa e il contratto per diventare "produttori-associati" li trovate in altra parte del sito.

Io invece ho finito per assistere e registrare le scene iniziali (ovviamente inedite e imprevedibili)  di un altro film-documentario realizzato in parallelo a 'Su Re'. Un docu-film alla Michael Moore, completamente diverso,  che racconterà il backstage  e le fasi dietro le quinte che caratterizzano e caratterizzeranno il film-evento di Giovanni Columbu.
Permettetemi quindi 'una tantum' un commento-fiction per Cinemecum, con titoletti in tema, per descrivervi alcune delle scene vissute e registrate Domenica 9 Febbraio alla conferenza stampa-provino nella chiesa di Sant'Eulalia nel cuore della Marina di Cagliari.
Tantu po’ cuminzai,  una conferenza stampa per un film  all'interno di una chiesa non si era mai vista.
E non è stata una conferenza stampa-preghiera quasi sottovoce. No, è stata una bella presentazione, a boxi arta e a ruoli invertiti, col parroco Don Mario a fare da addetto stampa e moderatore, e i politici di turno a far la predica e i sermoni  pro San Giovanni e contro lo stato e la Regione assenti.

VENITE ALLA MIA MENSA
Nei banchi della graziosa chiesa di Sant'Eulalia alle 11-10 c'erano solo mia madre Margherita, diplomata in teologia dopo aver fatto sette figli e lo storico Francesco Cubeddu, estasiato dalle immagini del primo promo girato (con Paolo Pillonca Pilato), mentre il cameraman Antonio Cauterucci finiva di sistemare sopra l'organo il televisore.

Io, mentre lo intervistavo, aiutavo il parroco deus ex machina Don Mario Cugusi a portare il tavolo della sagrestia davanti al sagrato per la conferenza stampa. Poi in 15 minuti funti arribbausu tottusu , fedeli, autorità delle dottrine ecclesiastiche, giornalisti, operatori , fotografi  e politici di schieramenti opposti. C'era il pienone, con tutti che si baciavano e abbracciavano affettuosamente nel segno di Giovanni, il visionario, perché (come ricordava Graziano Milia nel suo intervento) la cultura e la professionalità non hanno colore politico.

E così la funzione pagana ha avuto inizio.
CHIEDETE E VI SARÀ DATO

In realtà Giovanni non ha chiesto, è stato Don Mario Cugusi a proporre di  dare. Viste le difficoltà a raccogliere i fondi per il film da parte del suo amico parrocchiano, e valutando il valore morale di un film su Gesu' in salsa sarda, Don Mario ha avviato il processo per fare di necessità virtù.

"Iniziamo noi una 'questua' tra le parrocchie  della Sardegna".

S'importanza de sa limba.
Certo,  essendo impegnato da tempo in una battaglia per dar voce  allla/le nostre lingue, la presenza del sardo nel film su Gesù è stata fondamentale per far scattare la molla a Don Mario. Un film su Gesù in Italiano non avrebbe probabilmente  trovato la stessa disponibilità dalla chiesa sarda, ma l'avrebbe trovata dal Ministero.
PORGI L'ALTRA GUANCIA
Giovanni ColumbuPapà Giovanni ha prontamente risposto alla proposta di Don Mario.
Allo schiaffo ricevuto dalla  Commissione Ministeriale per la Cinematografia che aveva  giudicato il film 'localistico' e alla mano d'aiuto proposta invece dalla chiesa, che ha avuto un effetto–domino sull'ANCI su Provincia di Nuoro, Comune e Provincia di Cagliari, Giovanni ha  porto l'altra guancia. Lui che da laico con portamento e comportamento cristiano, cerca di  interpretare i dogmi dell'amore e della donazione, una volta completato il processo dei finanziamenti  ha proposto di dividere gli utili con un 50%  a favore della chiesa e il restante 50% in un nuovo progetto cinematografico.

STANOTTE QUALCUNO DI VOI MI TRADIRÀ
Il riferimento è ovviamente a Stato e Regione clamorosamente assenti.
Lo Stato, come detto, tramite la risposta data dalla Commissione Ministeriale per la Cinematografia. La Regione (speriamo solo in situazione di stand-by) tramite la non risposta data forse per una non simpatia del Governatore verso il regista (nooh dai, non sarà ancora per la storia del video girato a  Mauro Pili in campagna elettorale in scarpe da tennis? Ndr).
Comunque sia, davanti alla doppia stangata che avrebbe fatto desistere chiunque, Papà Giovanni ha reagito con vigore.

'Ah si? E deu du fazzu su propriu.  Anche senza il vostro aiuto'.

A  'smerdo', come si dice in gergo tecnico.
A completamento delle donazioni ecclesiastiche e i contributi degli Enti summenzionati, il nostro regista – architetto, ha architettato anche una proposta  ai privati che vogliono condividere il progetto, versando una quota minima di 1000 Euro e diventando 'Produttori Associati'.
LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI
Ora si attende la moltiplicazione dei pani e dei pesci. 'Non  nascondete i talenti sottoterra' sembrano voler suggerire la Luches e l'Alba produzioni. Chi crede nel progetto e acquista una quota finanziaria  del 'Su Re'  parteciperà agli utili, oltre che detrarsi il 40% dalle tasse.
Un'altra moltiplicazione avverrà sul set, tra le migliaia di comparse pescate tra la gente comune, gli ospizi, i poveracci di strada e le centinaia di costumi sardi antichi che le comunità locali porteranno in scena.

FINE

Mi è piaciuto molto il finale (della conferenza stampa).

Dopo le pappardelle di politici ed ecclesiastici, quando già era l'ora di pranzo,  finalmente, per ultimo  ha preso il microfono Papà Giovanni per dire la sua sul film e sui finanziamenti.

C'era silenzio assoluto. Lui ha iniziato mansueto, come di consueto.

Giovanni Columbu Ha ringraziato i tanti personaggi e enti che l'hanno appoggiato  e ha rassicurato molti sulla irreversibilità della sua prossima azione cinematografica e sullo stimolo a proseguire  dopo aver ricevuto rifiuti e adesioni.

Poi un finale  che sembrava scenograficamente studiato, se non sapessi invece  che era spontaneo.

In un crescendo vocale inatteso, con la 'luce di taglio' proveniente dal rosone sopra l'altare che   gli illuminava il viso, Papà Giovanni ha alzato la voce. Quasi urlando nel silenzio glaciale della chiesa colma (pitticcu su friusu) ha concluso  ribadendo il suo orgoglio da sardo (nuorese, cagliaritano, milanese)  per esser riuscito a scavalcare l'ostacolo del vile denaro con l'intervento della gente comune, per poter produrre un film in Sardegna, con attori sardi ma con valori planetari. La fierezza e la cocciuttagine. Due nostri pregi e difetti portati all'ennesima potenza.

INIZIO

E dunque, su film  è prontu a partiri.

'Su Re' gloriosu è prontu a nasci, già il mese prossimo, ci sarà il primo ciak ufficiale,  probabilmente sulle nevi del Gennargentu, cun su boi, su  molenti, is pastorisi  e is prebeisi made in Sardinia.  Poi durante la primavera e l'estate, nelle provincie di Cagliari e Nuoro, si girerà l'ultima cena, la  passione, la  crocifissione, le altre scene che Papà Giovanni ha preventivato nella sua scenografia. Dopo un lungo e profondo studio, interpretando a modo suo  i vangeli scritti da Matteo, Luca, Giacomo e Giovanni. Cun sa limba e is attorisi  sardusu.

In verità in verità vi dico, a me sardo-americano, che quando vivo fuori  dalla Sardegna più che i sardi mi manca il 'sardo', viene  da usultare.

Alla Barak Obama, yes we can,

"Eia, nosu poreusu !"
Foto di Pietro Porcella
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Che incontri ad Oristano!

 Oristano sede di incontri cinematografici dal 10 al 15 dicembre nell’ambito della manifestazione “Laboratorio Cinema. Il Cinema visto da vicino”, curata dall’associazione “Il Cerchio” e patrocinata dalla Provincia. Gremita di cinefili la sala proiezioni del centro culturale “Unla” di via Carpaccio, ha visto in cattedra, i primi due giorni un grande regista del cinema italiano, Giuseppe Piccioni, che ha condiviso con il pubblico la sua esperienza professionale, analizzando i problemi della regia, del cast, della messa in scena, della sceneggiatura. Reduce dal successo dell’ “Asuni Film Festival”, il direttore artistico Antonello Carboni, ha espresso l’esigenza di affrontare il cinema lontano dagli schemi accademici.
 
«Non si tratta di lezioni accademiche, dove c’è un docente e gli studenti. Gli incontri vogliono essere delle condivisioni di esperienze professionali cinematografiche. Sono dei momenti specifici in cui ci si incontra per parlare di cinema. Giuseppe Piccioni, che ha inaugurato il ciclo di incontri, ha  portato la sua esperienza per condividerla con noi. Lo stesso faranno gli altri ospiti, da Gavino Ledda, a Matilde Tortora, da Enrico Pitzianti a Maria Grazia Caso». Soddisfatti anche i cineasti, spinti dalla curiosità, che hanno seguito con interesse gli incontri. «Sono occasioni queste per conoscere meglio il cinema e i registi stessi. Piccioni è un grande del nostro cinema e ci ha permesso di essere più vicino al suo mondo, svelandoci mille segreti. Seguiamo altri incontri di cinema che si tengono ogni settembre qui a Oristano, ma questo è un modo nuovo, dove si può interagire con il regista stesso e la sua esperienza».
 
 Dopo la due giorni fortunatissima targata Giuseppe Piccioni, è toccato a Gavino Ledda andare sotto i riflettori.  Partendo dalla sua esperienza umana narrata in “Padre Padrone” ha trattato il cinema per lui possibile, quello cioè in lingua sarda. Attenzione rivolta anche ai film ritrovati grazie alla stampe di diversi fotogrammi, impressi sulle carte di cioccolato nei primi anni ’10 del Novecento, a cura di Matilde Tortora, docente di Storia del Cinema Muto. Ad affrontare il cinema a Cagliari, venerdi 14 dicembre (ore 16), il regista Enrico Pitzianti, che presenterà il suo primo lungometraggio “Tutto torna”, girato interamente a Cagliari, in arrivo nelle sale prossimamente.
 
La chiusura della manifestazione, prevista ad Asuni, sabato 15 dicembre, vede il connubio tra l’ “Asuni Film Festival” e il “Mediterraneo Festival di Paestum”. «Sono tutti appuntamenti diversi fra loro - ha concluso Carboni - l’uno non esclude l’altro. Con l’incontro dei due festival quello di Asuni e quello di Paestum ci sarà un gemellaggio, ma il dato importante è che un festival come quello del Mediterraneo venga qui ad Asuni, in un piccolo paese nel cuore della Sardegna».
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INTERVISTA A FRANCESCO CASU

cinemecum francesco casuOspitare “Il premio Internazionale del Documentario e del Reportage del Mediterraneo” cosa rappresenta per Cagliari ?
"Mare muro" dice Maria Lai riferendosi al mare per gli isolani di Sardegna. “Mare schermo” dico io nel suo continuo e inarrestabile fluire fonte di proiezioni delle nostre menti viaggiatrici. A Cagliari con il premio approda una nave carica di immagini, visioni, emozioni e sensibilità create per incontrare lo sguardo e le interpretazioni di tanti, che nel segreto della loro visione ricreano la loro opera.
 
Come nasce“Fili di memoria”?
La memoria non è lontana dal sogno, è parente stretta, fatta della stessa immateriale sostanza. Il presente rilegge il passato e lo storicizza in un continuo cercare se stessi. Ho guardato le immagini degli archivi RAI con stupore e rispetto. Ho cercato di recuperare tutto ciò che aveva a che fare con noi e col nostro sentire, con le nostre povertà, col sudore di chi ci ha preceduto, ma anche svelare gli inganni e le illusioni proclamate dal potere. Non ho forzato la mano, il tempo aveva già fatto il suo corso. Sentire la "gracchiante" voce di Grazia Deledda, in una radio-incisione della consegna del Nobel mette i brividi. La fondazione di Carbonia, ci riporta in maniera onirica all'idolatria che aveva contagiato ed ammalato gran parte degli italiani e dei sardi durante il ventennio. Fa da contrappunto Mario Ciusa Romagna che parla della perdita della libertà e dei gravi danni prodotti dal fascismo. Scorrono frammenti che dalla radio ci portano all'avvento della tv nei bar e nelle piazze, evento stupefacente che porta il mondo nell'isolamento dei nostri paesi. Era difficile contenere in un’ora e mezza di filmato tutto questo materiale, tagliare, spezzare una sequenza, rispettare la loro vita interna. Ho provato a viaggiare con loro, facendomi agire dal loro apparire e suggerire, dalla loro stessa andatura e sequenza successiva per parentela diacronica e sincronica come quando si compone musica: musica della memoria.
 
Il sodalizio artistico con Maria Lai: cosa rappresenta nel percorso evolutivo della sua arte?
Maria è una donna straordinaria che rigorosamente lavora ad ogni opera con dedizione assoluta. Ho detto donna e non artista volutamente, perché prima di tutto è donna nella grande e laboriosa  pazienza con cui cuce l'inesprimibile rendendolo visibile nelle sue creazioni. Non ricordo la data esatta in cui abbiamo iniziato a "giocare" insieme. E' senza tempo come le cose belle della vita che ci auguriamo siano per sempre.  Maria è vulcanica e ha una resistenaza al lavoro incredibile. Mi ha insegnato e mi sta ancora insegnando a giocare e ad essere serio e rigoroso nel mio giocare. E' un costante invito al viaggio alla crescita, alla scoperta, allo stupore. Lasciare stare ciò che è accessorio per dedicarsi alle cose importanti: gioco, vita, amore e arte.
 
Progetti per il futuro?
Il 18 gennaio presenteremo al cinema Odissea "Le fiabe cucite" di Maria Lai di cui firmo la regia. Il 20 gennaio parte la mostra “Frammenti d'infinito” e a marzo si aprirà, a Cagliari, la Città dell'impresa del BIC Sardegna per il quale sto curando l'ideazione e la regia multimediale.
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Comunicato stampa registi

La legge sul cinema in Sardegna, dopo essere stata inattuata per  oltre un anno dalla sua promulgazione del 15 settembre 2006, solo all’ultima Giunta del 29 novembre 2007 ha avuto l’approvazione dei criteri attuativi. I criteri approvati disattendono ogni aspettativa e falsano lo spirito della legge, fino a rendere la stesa impraticabile e inefficace rispetto alle finalità per cui è stata emanata: fare cinema in Sardegna.
Gli autori cinematografici sardi chiedono che:
•    venga ripristinata, già nella finanziaria corrente, la percentuale
originaria poi emendata “non meno del 70% destinato alla produzione di film di interesse regionale” (art.26)
•    nella stessa legge finanziaria venga eliminato il fondo di rotazione e resa più snella la norma della partecipazione della Regione Sardegna alla co-produzione dei film di rilevante interesse Regionale (art.12 comma 4).

Gli autori chiedono altresì all’Assessorato alla Cultura e alla Commissione cultura:
-    Di eliminare l’inattuabile e inefficace meccanismo  del fondo di rotazione e destinare le somme ad esso riservate come intervento della Regione in coproduzione per le opere di rilevante interesse regionale, ai sensi dell’art 12 comma 4
-    Di modificare i decreti attuativi e specificare gli stanziamenti relativi per lo sviluppo delle sceneggiature e la distribuzione dei film di interesse regionale, trattandoli con capitoli di spesa separati, come previsto dalla legge.
-    di eliminare il requisito anagrafico per i potenziali beneficiari del fondo per sviluppo sceneggiature riservato agli esordienti (16 - 29 ANNI!!!) e di fare riferimento all’opera prima, come in tutte le normative vigenti
-    Di eliminare il  requisito di un contratto di distribuzione per i progetti di sviluppo delle sceneggiature
-    Di temperare i vincoli relativi alle costituzione delle società di produzione (24 mesi!!!) e dell’iscrizione per le stesse di un film lungometraggio nel pubblico registro cinematografico.
-    Di eliminare il desueto e assurdo meccanismo di tabelle e percentuali che vincola la commissione nei criteri di selezione e valutazione delle opere di interesse regionale
-    Di fare chiarezza e specificare i capitoli di spesa destinati ai cortometraggi
-    Di notificare urgentemente alla Unione europea  la legge sul cinema in Sardegna del 15 settembre 2006 così da ottenere la ratifica, uscire dal regime transitorio “de minimis” e rendere la legge finalmente opeartiva

 A tale proposito gli autori chiedono di  incontrare urgentemente:
 •    la Commissione Cultura
 •    il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna
 •    l’Assessore alla Cultura in carica

 Convinti della urgente necessità di riaprire un confronto con chi il
 cinema, in Sardegna, lo fa. Distinti saluti

Cagliari, 5 dicembre 2007

Gianfranco Cabiddu
Giovanni Columbu
Antonello Grimaldi
Salvatore Mereu
Marco Antonio Pani
Enrico Pau
Enrico Pitzianti



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