Percorso

Lucini, un regista dal cielo all'Ichnusa

Intervista al regista di Tre metri sopra il cielo, in città per lo spot della nota birra, che si dice entusiasta delle maestranze sarde. "Ci siamo appoggiati ai ragazzi di Cinelocation. Bravissimi". di Arianna Salaris

 Calamosca, buona la prima: un gruppo di ragazzi brinda sulla terrazza panoramica di un noto locale. Ma è tutto finto, in realtà si gira il nuovo spot dell’Ichnusa. Impossibile accedere al set o fare fotografie, lo spot esce ad aprile e, fino ad allora, massimo riserbo.

La regia è affidata a Luca Lucini, il regista lombardo, classe 1967, autore di "Tre metri sopra il cielo", un vero fenomeno cult tra i giovanissimi, interpretato da Riccardo Scamarcio e Luoise Saunders. Lucini, bella barba, occhio sveglio, tra un ciak e l'altro racconta come nasce questo spot. E perché, una volta che era all'apice del successo con il cinema, ha mollato tutto e si è buttato in pubblicità.

Come nasce l'idea del film pubblicitario?
Ci sono due gruppi di ragazzi: uno sta dipingendo un murales nella piazza di un paese, gli altri stanno facendo un trekking molto duro. Ad un certo momento tutti hanno una visione, un nuraghe con una nuvola sopra, che ricorda un boccale di birra con la schiuma. Stacco: i due gruppi si ritrovano riuniti in un locale in riva al mare a festeggiare e bere birra. Insomma, è uno spot fortemente contestualizzato, abbiamo cercato di rappresentare lo stile di vita dei giovani sardi.

Sembra uno spot ad alto costo, soprattutto se paragonato ai costi di produzione a livello regionale. Come si è trovato con le maestranze sarde che hanno supportato la realizzazione tecnica dello spot?
Il service è stato molto efficiente. Solo venti giorni fa ho girato un altro spot in Sardegna, a Piscinas, per la Dahiatsu, una macchina fuoristrada. Il service era sempre lo stesso, Sardegna Cinelocation, e devo dire che mi sono trovato benissimo. Molto preparati.

Lei è un regista anche di lungometraggi, non solo di spot. Qual è il suo approccio con due linguaggi così diversi?
Girare spot mi diverte tantissimo, è affascinante riuscire a raccontare un’emozione o una piccola storia in una manciata di secondi ma ho scoperto anche la magia del cinema ed è enormemente più appagante. E’ chiaro che l’esperienza precedente mi è servita tantissimo perché in uno spot ogni secondo è importante, deve riuscire a raccontare qualcosa. Certo, quando nel cinema hai la possibilità di usare una carrellata per un certo tempo, o di tenere tre secondi in più un primo piano, godi di questo vantaggio. Adesso che ho guadagnato una certa credibilità e autorevolezza come regista di cinema, noto che quando faccio degli spot ci si fida molto di più di me: ad esempio, quando in un cast scelgo un attore rispettano la mia scelta perché sanno che ho scoperto Riccardo Scamarcio, Francesca Einaudi, interpreti che hanno sempre funzionato; quindi anche il cliente più rompiscatole oggi tende a fidarsi maggiormente delle mie scelte.

Progetti nel cassetto?
In cantiere c’è un film che dovrebbe partire a giugno: una commedia dai risvolti romantici. La storia gira intorno ad una squadra calcetto e racconta tre diverse età. Tutti i personaggi sono sempre fuori ruolo, sia sul campo da gioco che nella vita: questa è la metafora divertente. Oggigiorno, infatti, a qualsiasi età, si hanno sempre dei problemi di inadeguatezza rispetto alla vita e rispetto alle relazioni interpersonali e sentimentali. La nostra società cambia troppo velocemente e ci si ritrova sempre in ritardo, troppo in difesa o troppo in attacco.

 

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