Percorso

40 anni senza più... pinzellacchere

Mostre, libri, non stop video e una ricca serie di eventi previsti a Napoli per ricordare Totò, morto il 15 aprile del '67. Ma è l'Italia intera a non dimenticare la straordinaria avventura del principe della risata. di Cristiana Wagner

Sono passati 40 anni dalla sua morte, ma il principe non si dimentica. Nel Pantheon delle grandi glorie, Totò ha un posto unico. Il suo sorriso storto, la sua mimica inenarrabile, il suo mistero sono rimasti tatuati nel Dna cinematografico degli italiani. Il 15 aprile del 1967 la sua magia si spegneva, ma oggi a raccontare ancora la sua grandezza, sono rimasti i film, i libri, le mostre. E tutti coloro che lo hanno amato.

Soprattutto la sua città, Napoli, si candida a tempio delle celebrazioni per raccontare in particolare la sua straordinaria avventura teatrale, con una maratona di spettacolo e musica allestita allo storico Salone Margherita, luogo che nel 1922 ne ospitò gli esordi. Curata dell’Ente Antonio De Curtis, la rassegna restituisce, tutti insieme e disordinatamente, i frammenti della biografia privata e della sua straordinaria avventura artistica svelandone al contempo un inedito lato casalingo. Esposti i suoi costumi di scena, ma anche la scatola del trucco, il "necessaire" per cucire con ago, filo, bottoni, lo stick Max Factor e la scatola di cipria Elizabeth Arden, il fondotinta Hollywood Extra e la scatola delle amate sigarette Tourmac Rouge, il naso finto, i baffi e la barba, le foto di famiglia e i pennacchi dei bersaglieri per il gran finale in passerella, l’attestato della consulta araldica e la camicia avorio con lo stemma Imperiale e il guanto di Studio Uno.

Tra gigantografie e "feticci" dell’amatissimo attore (come il suo inseparabile ferro di cavallo portafortuna), la mostra documenta quasi un cinquantennio di storia del cinema, dalla fine degli anni dieci agli anni sessanta, "periodo che contempla una complessa e stratificata evoluzione dello spettacolo Italiano, dal teatro di varietà all’avanspettacolo, dal cinema muto al parlato, dal cinema di regime al nuovo cinema italiano del dopoguerra". Materiali originali appartenuti all’attore e contributi vari dell’epoca, ordinati in un appassionante percorso realizzato con la collaborazione di Orio Caldiron. L’omaggio a Totò è stato accompagnato anche da una non-stop video che, dalla mezzanotte di Pasqua, fino al mattino, ha proposto spezzoni dei suoi film ma anche inconsueti frammenti come, ad esempio il suo primo provino cinematografico del 1932 che, ironia della sorte, lo dichiarava "non adatto per il cinematografo".

E mentre Napoli si prepara a celebrarlo con una grande festa prevista per la fine di aprile, anche Roma ha inaugurato da pochi giorni a Palazzo Venezia la mostra "Un principe chiamato Totò" curata dalla nipote Diana de Curtis che ricorda: "Conservava tutto: questo evento è una sorta di album di famiglia con documenti sconosciuti, il suo primo provino, lettere, poesie e canzoni". A omaggiarlo ci sarà anche Lucio Dalla, autore della colonna sonora di un documentario girato da Enrico Ghezzi con un montaggio di tutti i suoi tagli censurati e dedicato al principe delle bazzecole, quisquilie, pinzellacchere...

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