Paradossi della settima arte
Non accenna a spegnersi la polemica su "I cento chiodi": dopo il botta e risposta tra Olmi e Diliberto, nell'agone scende anche Antonangelo Liori. Su "approfondimenti" il suo nuovo commento
Mentre il noto critico Goffredo Fofi, che dice di essersi disfatto di tutti i suoi libri donandoli in parte alla Cineteca di Citta del Messico e in parte a una biblioteca del Salento, urla ai microfoni di " Cinemecum" che il cinema è morto (abbiamo la registrazione sonora!), continua a divampare la polemica per l'ultimo film del regista dei "Centochiodi". In particolare a colpire pubblico e critica è la scena in cui il protagonista, un giovane professore universitario, inchioda letteralmente al pavimento della biblioteca cento preziosi libri antichi.
Paradossi della settima arte
Non accenna a spegnersi la polemica su
"I cento chiodi": dopo il botta e risposta tra Olmi e Diliberto,
nell'agone scende anche Antonangelo Liori. Su "approfondimenti" il suo
nuovo commento
Mentre il noto critico Goffredo Fofi, che dice di essersi disfatto di
tutti i suoi libri donandoli in parte alla Cineteca di Citta del
Messico e in parte a una biblioteca del Salento, urla ai microfoni di "
Cinemecum" che il cinema è morto (abbiamo la registrazione sonora!),
continua a divampare la polemica per l'ultimo film del regista dei
"Centochiodi". In particolare a colpire pubblico e critica è la scena
in cui il protagonista, un giovane professore universitario, inchioda
letteralmente al pavimento della biblioteca cento preziosi libri
antichi.
Apriti cielo! Per l'onorevole Diliberto il film è diseducativo perché
"individua il libro come pericolo da estirpare". All'accusa Olmi
risponde, col suo solito aplomb, dalle pagine del Corriere della sera:
"Ero certo che lo spettatore cogliesse la provocazione del paradosso" e
alla critica del parlamentare sardo secondo cui "è altresi
profondamento diseducativo profonare i libri in nome di una presunta
purezza del cristianesimo", Olmi ribatte "non ho affatto la presunzione
di purificare il cristianesimo in quanto religione, bensì aspiro a un
cristianesimo come scelta di vita" e prosegue con un'argomentazione
arguta e ironica sul profilo altamente educativo del contesto politico
italiano, per concludere con un richiamo alla battuta più provocatoria
del suo film "tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un
amico"."Qualche volta, provi a rifletterci signor Diliberto".
Dalle pagine di "Cinemecum", il giornalista Antonangelo Liori partecipa alla polemica (approfondimenti)