Percorso

Fresu: "Vi racconto il mio Olmi"

Il musicista di Berchidda svela come è nata la colonna sonora de "Cento chiodi". Poi rivela: "I registi sardi? Grandi professionisti". di Maria Elena Tiragallo

 Foto di Gianni Bastianel.
Paolo Fresu, il Peter Pan di Barchidda, piccolo paese del nord Sardegna aggrappato ai  monti del Limbara, dopo aver collezionato un mare di successi grazie alla magia della sua tromba, è riuscito a conquistare anche quel duro di Ermanno Olmi. Il regista de "Cento chiodi" ha voluto infatti il musicista sardo per registrare la colonna sonora del suo ultimo lavoro cinematografico.
Alcuni dei brani sono infatti firmati da Fresu, e tra questi una versione quasi sussurrata della canzone “Non ti scordar di me” del 1935, grande successo dal mitico tenore Beniamino Gigli (gli autori del brano originale sono il paroliere Domenico Furnò e l'illustre Eugenio De Curtis). Ad accompagnare Paolo, invece, ritroviamo Antonello Salis alla fisarmonica e al pianoforte, cui si aggiunge un coro di sei voci, praticamente improvvisato in studio.

Com’è nata la collaborazione per la colonna sonora di “Cento chiodi”?
Semplice: Ermanno mi ha contattato, perché interessato alla mia musica, mi ha chiesto di scrivere per il suo film e mi ha chiesto una parodia di “Non ti scordar di me”. Ci ho pensato un po' su e poi mi sono buttato sulla partitura.

Quanto lavoro c’è dietro?
Non moltissimo. Ci siamo incontrati a Bologna, mi ha consegnato la sceneggiatura e a casa ho iniziato a lavorarci. Non è stato molto difficile, Olmi sapeva benissimo cosa voleva. La musica del film è di Fabio Vacchi, che io stimo moltissimo, ma è diversa dalla mia. Il mio è stato un lavoro scollegato dalla colonna portante.
 
Come considera il rapporto musica e immagini?
Dipende da film a film, da regista a regista. Ermanno mi ha fatto richieste specifiche, io gli ho fatto le mie proposte e lui ha accettato.

Quanto è importante la musica per la riuscita di un buon film?
E’ fondamentale, una componente essenziale. Bisogna amare la musica per lanciare un film. E’ indispensabile la sinergia che si crea tra il regista e il musicista. Devo ammettere che ho lavorato molto bene anche con Ferdinando Vicentini Orgnani per il film  sulla storia di Ilaria Alpi. Se molti registi però pensano che la musica sia fondamentale, altri invece puntano solo sulle immagini. Io credo che la musica sia importante perché cattura, sottolinea, rinforza. Ho apprezzato molto Ermanno Olmi che fin dall’inizio del film ha voluto firmare i testi musicali, non relegandoli ai semplici titoli di coda.

Il cinema sardo sta vivendo un momento di grande evoluzione. Apprezza?
Trovo che in questo momento stanno finalmente emergendo grandi professionisti. Penso a Gianfranco Cabiddu, Enrico Pau, Sanna, Columbu, Grimaldi. Il problema è che la Sardegna è lasciata a se stessa, potrebbe dare ed esprimere molto di più, è una location straordinaria, però molti film si limitano a raccontare sempre e soltanto storie sarde, e questo è un rischio nei confronti del resto del mondo. E’ auspicabile che i registi sardi non trattino solo tematiche isolane, possono fare molto altro. Negli ultimi anni il settore ha goduto di un forte sviluppo, ma continuano a  mancare i soldi, quindi il mio messaggio è: "investiamo nel cinema", straordinario mezzo di pubblicità.

E Paolo Fresu al cinema ci va?
Amo moltissimo il cinema anche se per mancanza tempo non posso goderne quanto vorrei.

E se potesse andarci stasera cosa sceglierebbe?
Ovviamente andrei a vedere "Cento chiodi"... Però confesso che mi piaciono  moltissimo anche Pedro Almodovar e Federico Fellini, il pilastro del nostro cinema.
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