Nazzari, cent'anni di grande cinema
In occasione del centenario della nascita, il grande divo protagonista a Cagliari di una mostra e una rassegna cinematografica. L'assessore Marrocu: «Finalmente Amadeo torna a casa». di Maria Elena Tiragallo
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Roma 1979) in arte Amedeo Nazzari, primo divo del cinema italiano. La sua città d'origine non lo dimentica e celebra la sua arte di attore estremamente perfezionista, con una mostra fotografica e una rassegna cinematografica.
Al Centro Exmà di via San Lucifero, le cento locandine dei suoi 112 film ripercorrono quarant'anni di esaltante carriera. Costumi, immagini, libri, brochure originali e fotobuste, arricchite da mini proiezioni video, tratte dai film "Ginevra degli Almieri", "Cavalleria", "La cena delle beffe", "La figlia del capitano", "Apparizione", "Le notti di Cabiria", "Melodrammore" per far sentire la stessa voce dell'attore, noto anche per la sua dizione.
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«Un attore così - ha continuato D'Ascenzio - non va dimenticato, non si può cancellare un pezzo così grande della storia del cinema italiano. I giovani devono conoscere chi era, cosa ha fatto e quanto ha dato. A Roma, questa mostra è stata visitata da molti ragazzi e invito anche i giovani cagliaritani a visitarla. Lui era come Anna Magnani, non tradiva mai il suo pubblico. Dalla mostra si evince il valore dell'attore onesto con profondi valori civili e morali. Ricordiamo che aveva rifiutato la tessera, pur lavorando nell'epoca fascista e grazie anche al fascismo». All'inaugurazione presenti moltissimi estimatori dell'attore che esordì in teatro con la compagnia di Luigi Pirandello.
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Era perfezionista, se una battuta non gli piaceva non la recitava, metteva mano anche alla sceneggiatura. Non escludo che volesse superare il ruolo di semplice attore». Tornava spesso a Cagliari? «Purtroppo dopo la morte del padre non è più venuto». All'evento presente anche l'assessore alla Cultura della Provincia di Cagliari, Luciano Marroccu: «Amedeo Nazzari oggi ritorna a casa. Ha un sapore forte per noi sardi questo momento, per noi cagliaritani in particolare, ritrovare cioè attraverso la sua professione un pezzo di storia cagliaritana in giro per il mondo.
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