Percorso

Pedro, 61 anni di buena educacion

Domenica il più grande regista spagnolo festeggia gli anni. Intanto nelle sale italiane c'è grande attesa per il suo ultimo film: “La pelle che abito”. Ritratto di un regista sull'orlo di una crisi di nervi. di Elisabetta Randaccio

Pedro Almodovar e Antonio BanderasNelle sale italiane, il suo ultimo film “La pelle che abito”, presentato con successo a Cannes 2011, uscirà quasi concomitante al suo sessantunesimo compleanno, il 25 settembre, e dimostra come Pedro Almodovar non si adegui mai ad un modello strutturato di successo.

La sua filmografia, pur mantenendo alcuni elementi ricorrenti, è abbastanza sorprendente, soprattutto nei soggetti, nelle storie scelte per adattare le proprie fantasie, memorie personali e oniriche, l'immaginario popolare che spazia dalla canzone alla danza, dalla pittura al cinema melodrammatico europeo o hollywoodiano passando per la telenovela e la pubblicità. La sua grande cultura in questo campo l'ha aiutato a costruire vicende che esclusivamente la sua leggerezza di tocco e la raffinata ironia evitano di far cadere nel cattivo gusto.

''Parla con lei''Si veda la scena esemplare in “Parla con lei” (2002, Oscar come migliore sceneggiatura originale) della pantomima del cortometraggio porno risolta senza alcuna volgarità. E, non allontanandoci dalla stessa pellicola, può un personaggio come Benigno, il quale ha un rapporto erotico con una donna in coma, suscitare la straziante commozione del finale? In questo senso, Almodovar non ha eguali, semmai gli si è affiancato qualche pessimo imitatore. Altro capitolo le sue sceneggiature. Da quelle perfette, costruzioni senza errori come nell'opera che l'ha reso famoso in tutto il mondo - “Donne sull'orlo di una crisi di nervi” - ad altre che, in mani differenti, sarebbero state giudicate assurde, tanto sono complicate e troppo ricche di agnizioni, sorprese, mutamenti nei personaggi, incroci quasi surreali di tempo e luogo, come capita per il complesso “La mala educacion” (2004), per esempio.

Almodovar con le attrici Portillo e CruzE se gli esordi grondano di grottesco crudele, dove passione e morte giocano una partita estrema (“Matador”, 1986, “La legge del desiderio”, 1986), andando avanti con gli anni, il regista spagnolo arriva a una riconciliazione ironica delle lacrime con il sorriso toccando vette artistiche elevate in “Tutto su mia madre” (1997, Oscar come miglior film straniero), il già citato “Parla con lei” e il capolavoro “Volver”, 2006, dove ogni fotogramma è cucito con sapienza e le protagoniste femminili sono indimenticabili eroine della passione. Le interpreti di questo film (Penolope Cruz, Carmen Maura, Blanca Portillo) sono tra le predilette di Almodovar, il quale è pure un ottimo regista di attori e ne ha fatto la fortuna nei mercati internazionali. Si veda, in questo senso, la carriera di Antonio Banderas, chiamato a incarnare l'anima latina in decine di pellicole hollywoodiane, grazie ai personaggi cuciti su di lui e sul suo fisico melanconicamente affascinante dal suo regista mentore.

Il cast de ''La pelle che abito''Dopo gli ultimi ottimi risultati cinematografici, quasi riconciliatori rispetto al passato, ecco scegliere per il nuovo film i toni neri (ma l'ironia è il corollario del tema declinato) di una vicenda che accosta il delirio di onnipotenza del dottor Frankestein alla paranoia del sequestratore, del “collezionista”. “La pelle che io abito” è tratto dal libro “Tarantola” di Jonquet Thierry e Almodovar ha richiamato Banderas per un ruolo completamente opposto a quelli di un tempo. Ancora può spiazzare lo spettatore, ma soprattutto è uno dei pochi registi che riesce ad incuriosire il pubblico e spingerlo a vedere un suo film in sala, al buio, con i respiri dei vicini a fianco, facendo lavorare cuore e mente. 

21 settembre 2011

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