E’ Montpellier la capitale del Mediterraneo
Al via il 21 ottobre la 33esima edizione del “Cinémed di Montpellier” storica rassegna francese molto cara anche al nostro Pau, quest’ anno in scena con oltre 250 pellicole. di Raffaele Cattedra
Dal 21 al 29 ottobre, apre le porte della sua trentatreesima edizione il Cinémed, il Festival du Cinéma Méditerranéen di Montpellier, con un omaggio di grande attualità offerto a “l' Egitto e le sue rivoluzioni” e una retrospettiva dedicata a Pietro Germi, che vedrà la presenza di Stefania Sandrelli (“Divorzio all'Italiana”, del 1962, e poi “Sedotta e abbandonata” del 1964, la resero celebre al pubblico).
Fra gli altri ospiti, francesi e stranieri, anche il regista spagnolo Ventura Pons. Il festival di Montpellier spazia dalla produzione dei Balcani a quella del Maghreb, mettendo a confronto realizzazioni palestinesi e israeliane, lasciando ampio spazio all' Egitto (per molto tempo la culla del cinema arabo), alla Grecia, alla Turchia e alla Spagna (altra grande protagonista), senza dimenticare paesi come la Siria, la Giordania o Cipro (oltre che la Francia).
Il programma di questa 33esima edizione presenta oltre 250 film, di cui 100 inediti, suddivisi fra le sezioni dedicate ai lungometraggi e ai cortometraggi in concorso, la sezione panorama, quella dei documentari, una sezione ormai classica chiamata “Una notte all'inferno” sul cinema dell'orrore (quest'anno intitolata “Vampiri mediterranei”), altre dedicate ai film prodotti nella regione Languedoc-Roussillon e al cinema sperimentale, con convegni dedicati ai professionisti del cinema, tavole rotonde e mostre. All'origine di questo festival, vivace e impegnato, che si svolge a Montpellier, dinamica città universitaria del sud della Francia, offrendo le produzioni più recenti dei paesi delle rive del Mediterraneo, c'era un piccolo cineclub. Il “Jean Vigo”, attivo fin dagli anni '50, animato da un gruppetto di intellettuali e cinefili di quella che era allora una cittadina di provincia del Languedoc-Roussillon.
Nel 1979 il cineclub organizza per la prima volta la “Settimana del cinema italiano” con una quindicina di film in programma, alcuni appena usciti ed altri del dopoguerra. Per dare un'idea degli epigoni dell'Italia presentata alla fine degli anni '70 a Montpellier, si può ricordare Dino Risi (con “I Mostri”, 1963, “Anima persa”, 1976, “La stanza del vescovo”, 1977), Luigi Magni (“In nome del papa re”, 1979), Marco Ferreri (“L'harem”, 1979), Francesco Rosi (“Uomini contro”, 1970), ma anche Luigi Comencini e registi del calibro di Giuseppe De Santis (“Riso amaro", 1949). Pian piano, gli incontri di Montpellier cominciano ad aprirsi al “cinema mediterraneo” e, nel 1989, diventano il Festival internazionale del cinema mediterraneo, con la creazione di una vera e propria sezione dedicata alla competizione, con il premio “Antigone d'or”. In oltre trent'anni sono stati quasi 4.500 i film presentati e 750 registi all'opera.
![Vittorio De Seta, questa settimana uno speciale su di lui su Cinemecum Vittorio De Seta, questa settimana uno speciale su di lui su Cinemecum](images/stories/D/DESETAVITTORIO/desetavittorio2.jpg)
Fin dagli inizi, il festival ha sempre mantenuto un occhio speciale e attento alla produzione cinematografica italiana, per le sue sperimentazioni, le sue contraddizioni, la tradizione dei suoi registi come anche per i suoi attori. Solo negli ultimi anni si possono ricordare retrospettive, avant-premières, soirées d'ouverture o hommages dedicati a Marco Bellocchio, Vittorio De Seta, Dino Risi, Mario Monicelli (“Le rose del deserto”), Ermanno Olmi (“Centochiodi”), Paolo Sorrentino (“Il Divo”), i fratelli Taviani (“La masseria delle allodole”), Antonello Grimaldi (“Caos calmo”) e persino Totò. Ma la presenza di registi e di giovani autori italiani si segnala anche con i molti film in concorso o nella sezione “panorama”.
![''La prima cosa bella'' ''La prima cosa bella''](images/stories/V/virzipaolo/primacosa1.jpg)
Ma questi sono aspetti, magari a noi più familiari e prossimi, di uno sguardo in realtà molto più ampio e acuto, al contempo attuale e di grande respiro, aperto a 360° sul mondo mediterraneo, che è diventato un appuntamento da non mancare per comprendere diversità, ricchezza e tensioni culturali e sociali di questo nostro universo.