Percorso

"Una notte in Italia"

Tavolara tra cinema e fascino seducente dell’arena all’aperto. L’edizione 2007 del festival dedicato alla settima arte rischia un collasso. La causa? La mancanza dei fondi pubblici. di Maria Elena Tiragallo

 Nuovo cinema paradiso. Così è stato battezzato lo storico festival  “Una notte in Italia”, nato nel 1991, da un gruppo di amici, innamorati dell’isola di Tavolara e del cinema. Obiettivo della manifestazione, curata da Marco Navona, è quello di seguire da vicino la produzione e le vicende del cinema italiano, coinvolgendo nel suo svolgimento autori e attori. Dal 1991, la kermesse, in programma dal 18 al 22 luglio tra l ’isola di Tavolara,  Porto San Paolo e  Olbia, ha sempre le stesse caratteristiche.
Pillole di cinema italiano sempre nella stessa cornice inimitabile, Tavolara, arricchite dalla voglia di affermare che anche un bene ambientale possa essere location di iniziative che sposano la tutela paesaggistica e il turismo. «Il festival-ha detto Marco Navona- ha sempre voluto valorizzare l’ambiente e ha aiutato la costituzione di una riserva marina di recente istituzione. Negli anni, ha sempre tenuto fede alla prerogativa di grande evento popolare, in cui pubblico e addetti ai lavori si incontrano nella stessa platea».

 Dedicato al cinema italiano con una vetrina per registi e produzioni sarde. Attori, registi, sceneggiatori, musicisti, produttori, prima delle proiezioni in spazi talk, appositamente allestiti, parleranno delle loro opere. Due sono le proiezioni a sera, condotte da Neri Marcorè, che introduce gli altri protagonisti, e, quando le proiezioni si spostano sull’isola di Tavolara, ci sarà la suggestiva traversata via mare. «Ci sono- anche delle mostre fotografiche- ha proseguito l’organizzatore - a Porto San Paolo e a San Teodoro, rispettivamente Cliciak,  la grande raccolta dei fotografi di scena selezionati per il prestigioso premio nazionale e Baci e Abbracci, una serie estrapolata dai film italiani più suggestivi degli ultimi anni. Il 18 saranno inaugurate le mostre e a Porto San Paolo inizieranno le proiezioni dei film, il 19  sempre a Porto San Paolo con due proiezioni, mentre dal 20 al 22 il festival sbarcherà nell’isola di Tavolara». A concludere la kermesse sarà la consegna del “Ciak d’oro bello e invisibile”, a cura della rivista Ciak, da anni partner della manifestazione. «La stessa sera- ha precisato Marco Navona- saranno premiati i corti realizzati dai ragazzi selezionati da Studio Universal per Young director Projet, un progetto di formazione per giovani registi. A dirigere l’intera manifestazione è Piera Detassis, direttrice del mensile Ciak». “Baciami piccina” di Roberto Campanelli,  “Ma la Spagna non era cattolica”? di Peter Macias, “Saturno contro” di Ferzan Ozpetek e “La ricerca della felictià” di Gabriele Muccino sono solo alcuni dei film in programma.

Il 21luglio si illuminerà lo schermo di Tavolara con il pubblico traghettato per e dall’isola dove sono previste due proiezioni a sera.  Sarà proiettato il film “La Grazia”, tratto da Grazia Deledda, uscito nel 1929, per la regia di Aldo De Benedetti, recentemente restaurato e musicato dal vivo, e alcune delle proposte più interessanti del cinema italiano.
Attenzione rivolta anche ai libri. Il 22 luglio, infatti, alla  libreria Oltreilmare, sarà presentato il testo  “E' tutto un altro film,  più coraggio e più idee per il cinema italiano”di Francesco Casetti e Severino Salvemini sul cinema italiano.
Dallo scorso anno il festival è diventato un capitolo del più ampio progetto regionale “Le Isole del cinema”, che coinvolge quattro isole con quattro festival. Solo  lo scorso anno 15000 presenze eppure il festival così ambizioso rischia di morire a causa della mancanza dei fondi. «La sua credibilità- ha proseguito l’organizzatore- a livello nazionale ne fa uno dei festival più esposti a livello mediatico tra quelli svolti in Sardegna. 15000 persone sono state registrate l’anno scorso, ma è stato gestito come se fosse una festa in casa nostra, per cui o c’è la voglia di fare queste cose oppure si lascia stare. Non so se mai avrò fondi dalla Regione, così è molto faticoso. Se la situazione rimane così l’anno prossimo non lo organizzo, è l’unica manifestazione che ha più fondi privati che pubblici. Se ci sono le condizioni si può ripetere l’evento, altrimenti è come se vuoi fare il deserto a piedi, ma non lo puoi percorrere perché ci vuole la gip».
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