"Gli amici del Bar Margherita" di Pupi Avati
![''Gli amici del Bar Margherita'' ''Gli amici del Bar Margherita''](images/stories/A/AVATIPUPO/amicidelbar/amicibar1.jpg)
Sull'onda dei ricordi di Taddeo, detto Coso, un diciottenne probabile Avati che vuole entrare a tutti i costi nel mondo dei "grandi", frequentatori assidui del Bar Margherita, il film si srotola tra scherzi, millantate conquiste amorose, risate, dentro e fuori del mitico bar sotto i mitici portici di Bologna "la grassa". L'atmosfera è quella degli anni '50, gli anni del dopo guerra, della prima ripresa economica, della spensieratezza. Insomma "nel suo piccolo" (frase in esclusiva di Al, ossia Abatantuono) una storia che si srotola piacevolmente tra sfide al biliardo e burle atroci. La bionda bellezza di Laura Chiatti illumina lo schermo. Oltre che bella è anche brava e misurata nella interpretazione di una seduttrice "entreneuse". Katia Ricciarelli è sempre una conferma, spontanea, naturale, come se fosse sempre a casa sua sia che canti, reciti o faccia i reality.
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Ma. Già, ci sono dei ma. Purtroppo le premesse accattivanti delle prime perfette inquadrature non vengono mantenute e, scena dopo scena, il film perde di atmosfera e di mordente quasi che Avati-Coso non voglia svelarsi interamente e cancellarsi non soltanto dalla foto-ricordo finale.
Neri Marcorè ripete sè stesso nel quasi autistico ruolo già visto e stravisto in una fiction televisiva. Lo Cascio è un po' troppo sopra le righe nella parte dello svitato dalla sforzata risatina istericoninfomane. La scena della festa di compleanno di Coso, con palloncini, morte del nonno, biscottini e cotillon, è veramente sgradevole e grottesca, l'unico momento in cui anche la Ricciarelli esagera.
Il tutto, ovviamente, per dettami del regista che ha voluto ricalcare le orme di "Signore & Signori", "Amici miei", "Amarcord".
Facendoceli rimpiangere.