"La donna di nessuno" di Vincenzo Marano
di Clara Spada
Il debutto francese di Vincenzo Marano, più noto come regista di serial tv, non è dei migliori. "La Donna di nessuno", infatti, avrebbe tutto per essere un buon film se gli ingredienti in ballo non fossero troppi. E aggrovigliati. Si parte da un argomento di grande attualità: indagine per droga e prostituzione che porta all'arresto di un gruppo di "escort" superlusso e della loro manager, una eccellente Anna Galiena.
![''La donna di nessuno'' ''La donna di nessuno''](images/stories/R/RECENSIONI/CLARASPADA/donnadinessuno/donnadinessunoloc.jpg)
Seguono lo scontato suicidio-omicidio di una delle "escort", teste chiave dell'inchiesta; un giovane magistrato snob (Martin Delvaux) e un commissario stazzonato (Thierry Fremont) i quali, da bravi fratellastri, si contendono la ricerca della verità; una giornalista d'assalto che, per la sua giovane età, sbandiera un troppo nutrito curriculum. E infine LEI (Candice Hugo) con immancabili tacchi a spillo, rossi, la prostituta dissoluta e sognatrice, glaciale frequentatrice di ricchi e potenti, che ama il magistrato illudendosi di diventarne la moglie.
Un condensato di hard e melensaggini, di falso moralismo e vere perversioni, in cui lo spettatore finisce per smarrirsi.
Un condensato di hard e melensaggini, di falso moralismo e vere perversioni, in cui lo spettatore finisce per smarrirsi.
![''La donna di nessuno'' ''La donna di nessuno''](images/stories/R/RECENSIONI/CLARASPADA/donnadinessuno/donnadinessuno2.jpg)
In questo aggrovigliato gioco delle parti, l'integerrima giornalista - affettivamente legata al vecchio direttore che opportunamente muore - si innamora, corrisposta, del magistrato a cui deve strappare la notizia scoop per il suo articolo-bomba. Non tralascia, ovviamente, di intervistare la prostituta che deve testimoniare al posto della ragazza defunta, ma con la quale instaura un ibrido rapporto di lesbo-voyerismo. Per chi non trova niente di meglio da andare a vedere non manca la sorpresa finale.