Percorso

"Basta che funzioni" di Woody Allen

 
''Basta che funzioni'' locandinaE con Woody Allen funziona sempre, anche quando si limita alla regia e alla sceneggiatura come in questa sua ultima opera. Un vero autentico brioso gioiellino: come il buon vino Woody Allen con gli anni migliora, smussa angoli, attenua l'ipocondria, ironizza sulla sua onnipotenza di genio indiscusso. Già dalle prime battute coi soliti amici spettatore, fa teatro nel teatro con un dialogo scoppiettante col quale intende affermare le sue convinzioni da (quasi) Nobel.
 
Suicida incapace, misogino, scortese, perfido coi bambini, sputa sul mondo che lui solo ha capito. Ci sguazza in queste teorie da filosofo e scienziato mancato, nel suo aspetto trasandato,nel suo "antro" tipico di una certa New York. Teorie che vanno in frantumi quando una ingenua sprovveduta ragazzina gli piomba in casa e smonta con i suoi punti di vistaterra-terra tutto il suo credo. Lo travolge e lo stravolge pur ammirandolo ed eleggendolo a maestro, pur arrivando a farsi sposare. Non c'è in tutto il film una inquadratura sbagliata, un dialogo che scivola, un personaggio che traballa.
 
''Basta che funzioni''Boris è Larry David,  comico amato e molto apprezzato da Allen e già apparso in suoi precedenti film; la deliziosa disarmante ragazzina è Evan Rachel Wood, forse, chissà, la sua nuova musa.
 
Intorno a questa strana coppia tanti eccellenti comprimari più o meno noti, bravissimi ad interpretare una poliedrica imprevedibile umanità disponibile a radicali stravolgimenti di vita. Si giunge soddisfatti all' happy -end: l'ultimo dialogo fra Boris e il pubblico in sala, tanto sottile e ironico da non sembrare una conclusiva presa in giro. Unica nota nostalgica l'eco nella memoria dell'indimenticabile "voce" italiana di Woody Allen: Oreste Lionello.
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