E' già un successo al botteghino l'ultimo lavoro di Ferzan Ozpetek, una gradevole commedia con vene autobiografiche girata a Lecce che ha riscosso dovuti applausi al Festival di Berlino. Arricchito da una splendida colonna sonora con le voci di Patty Pravo e Nina Zilli, il film riprende con mano leggera le tematiche care al regista.
Annunciato come uno degli eventi cinematografici dell'anno grazie al 3D e alla settima collaborazione fra il fantasioso regista Tim Burton e lo stravagante Johnny Depp, "Alice in Wonderland" non sta riscontrando appieno l'approvazione del pubblico.
Peter Jackson è abituato a vincere. Già dal suo esordio, poco più che ventenne, arriva a Cannes con un lungometraggio elaborato in quattro anni (FUORI DI TESTA, 1987) e viene etichettato come regista cult, abile nell'uso di computerizzati effetti speciali e nuove ideazioni a budget ridotto.
Si snoda nell'arco di dieci anni, fra le brume invernali di Venezia e le nevi di Mosca la storia di Camilla (Isabella Ragonese) e Silvestro (Michele Riondino) che prendono per caso lo stesso vaporetto all'inizio dei loro studi universitari. I loro sguardi si intrecciano, lei più timida lui più estroverso, mentre i loro giovani visi emergono da voluminose colorate sciarpone.
Presentata fuori concorso al recente Festival del Cinema di Roma, questa ultima opera conferma lo stile e la grande abilità di regia e sceneggiatura di Ethan e Joel Coen. Una storia dolceamara, tinta di noir e forse un po' autobiografica, che si svolge negli anno '60 a Minneapolis in un quartiere lindo e pinto abitato in prevalenza da famiglie della media borghesia ebreo-americana.