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"Nessuna verità" di Ridley Scott

di Elisabetta Randaccio

Non ha vinto neppure un Oscar ai tempi del capolavoro "Blade Runner "(1982), invece, in questi giorni si lascia andare a dichiarazioni speranzose di vittoria per “Nessuna verità”, l'ultima sua fatica che dimostra la sua abilità tecnica, il suo interesse per sceneggiature non banali, ma che lascia, ancora una volta, perplessi i suoi ammiratori. Abbiamo, forse, aspettative esagerate da questo autore geniale (“I duellanti”,1977, “Alien”,1979, “Thelma e Louise”, 1991), pretendiamo ripeta prove di magia cinematografica e, alla fine, ci sembra solo un deludente illusionista.
Eppure “Nessuna verità” è un thriller politico (secondo una definizione anni settanta) costruito abilmente sull'attualità, dove non mancano scene d'azione perfette e una vicenda inquietante e, spesso, drammaticamente ansiogena. Infatti, raccontare le sporche guerre, gli intrighi - grondanti sangue innocente - dei servizi segreti dei paesi coinvolti nel bruciante sito geografico posto tra gli spazi immensi dell'Iraq, dell'Iran e della Giordania, fa riflettere lo spettatore sulla natura ambigua di tali conflitti e sulla povertà e falsità delle informazioni che li riguardano. Roger Ferris (Leonardo Di Caprio) è un “lavorante” della CIA e, per prendere coscienza di essere un manichino nelle mani del suo burattinaio Ed Hoffman (Russell Crowe all'ennesima collaborazione con il regista), deve attraversare stragi, depistaggi, torture e orrori. Insomma è sicuramente un uomo ottuso, coinvolto esclusivamente da una tenera storia sentimentale, che, in un film di taglio così “maschile”, si poteva serenamente evitare. Ma perché andare a vedere “Nessuna verità”, oltre che per misurare la vitalità espressiva del “vecchio” Scott? Per godersi con soddisfazione due attori speciali, sempre perfetti: l'uno (Di Caprio) tanto affascinato dal personaggio da farne un sofferto ritratto di tipo shakespeariano, l'altro (Crowe) che incarna puntigliosamente la cosciente “banalità del male” di un uomo pronto a ordinare le stragi mentre accompagna a scuola i suoi bei bambini; placido, sovrappeso, ironico mefistofele del nostro tempo.
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