Percorso

I Classici - C. Castaldi

"Umberto D" di Vittorio De Sica, 1952

di Claudio Castaldi

''Umberto D''Il neorealismo è una corrente cinematografica durata circa un decennio tra gli anni quaranta e cinquanta del XX secolo (1945-1955) e ha come scopo non tanto quello di raccontare storie sentimentali, dettate da regole ben strutturate con un inizio e una fine ma vuole mettere in risalto spaccati di vita quotidiana, problemi attuali della società durante e dopo il Secondo conflitto mondiale, problemi di incomunicabilità con le persone di ceti diversi a volte addirittura la non comprensione, due persone pur parlando stessa lingua non si capiscono.

A volte potrà capitare se vedrete questi film, che la location delle riprese è un solo luogo uno spazio circoscritto da quattro mura.
Ricordiamo solo alcuni registi importanti in questo periodo che piano piano analizzeremo nei prossimi articoli: Roberto Rossellini: Roma Città aperta (1945) Germania anno zero (1948), Paisà (1946); Vittorio De Sica: Sciuscià (1946), Umberto D (1952), Miracolo a Milano (1951), Ladri di Biciclette (1948), Stazione Termini (1952); Pietro Germi: In nome della legge (1949); Federico Fellini: I vitelloni (1953), La strada (1954); Giuseppe De Santis: Riso amaro (1949); Luchino Visconti: Bellissima (1951); Alberto Lattuada: Il bandito (1946); Carlo Lizzani: Cronache di poveri amanti (1954).
Nell’articolo precedente abbiamo analizzato il film “Sciuscià” (i due lustrascarpe), Pasquale e Giuseppe le loro vicissitudini con la chiromante, il loro arresto, il carcere, evasione di Giuseppe e la sua tragica fine.

''Umberto D''Oggi parliamo di un altro grande capolavoro del neorealismo italiano. Il film s’intitola “Umberto D” del 1952 della regia di Vittorio De Sica. La vicenda ruota su quattro attori principali: Umberto Domenico Ferrari (Carlo Battisti), Flicke (il cane compagno fedele di Umberto), Maria, la governante della pensione (Maria Pia Casilio), Olga, la padrona della pensione (Lina Gennari). Nel film nella scena dell’ospedale fa la comparsa Memmo Carotenuto.
In questo film De Sica vuole denunciare l’incomunicabilità tra un onesto lavoratore ora pensionato che arranca con la sua misera pensione per vivere e sopravvivere insieme al suo cane e la padrona di casa che non pensa ad altro che al suo benessere personale, a  vivere di rendita, nel lusso, nell’agiatezza, non mettendosi il minimo problema di aiutare il prossimo, di capirne gli stati d’animo le difficoltà e aimè non ha acquisito nel suo vocabolario il termine pratico di “Pietà Cristiana”.

''Umberto D''Nel momento di aiuto, Umberto si trova solo, lasciato in balia di se stesso, si vede voltate le spalle da tutti, da suoi colleghi con cui a lavorato per trent’anni, trattato perdonatemi il termine come un povero pezzente anche dagli inquilini del palazzo. Arriva a un punto da dire “non ne posso più, la faccio finita”.
Umberto Domenico Ferrari è un uomo anziano sulla settantina, distinto e sempre elegante di bella presenza. Ha lavorato per trent’anni al ministero dei lavori pubblici. Abita col suo cane in una camera di un appartamento situato in Via San martino della Battaglia 14 al terzo piano sopra il cinema Iride di proprietà della signora Olga.
Il film apre i sipari con un corteo ai piedi del ministero del lavoro per ottenere un aumento del venti percento sulla pensione, al fine di poter vivere meglio.

A questo corteo partecipa anche lui (Umberto D) con il suo unico fedele compagno, il cagnolino Flicke. Costretti dalla polizia a sciogliere il corteo è obbligato a mangiare alla mensa dei poveri. Durante il pranzo ogni tanto imbosca sotto il tavolo, un piatto per il suo cane, la ristoratrice accortasi di questo come ultimatum, intima che se lo ripesca ha finito di entrare a mangiare .
La sua pensione è di 18mila lire ma da queste deve decurtarne 10mila da consegnare alla sua padrona di casa, per affitto camera. Potete già capire la terrificante situazione. In tasca gli sono rimaste poco più di tre mila lire. Tornato a casa, si accinge all’uscio della sua camera, ma questa è occupata da una coppietta di passaggio, amici della signora Olga.

''Umberto D''Umberto D è in ottimi rapporti con la governante Maria (Maria Pia Casilio). I due si parlano si confidano le loro gioie e i loro dolori. Aspettando che la camera si liberi, speriamo presto, Maria gli confida la sua relazione con un militare e anche di essere in dolce attesa al terzo mese “si pensa” il padre sia il militare napoletano. Si misura la temperatura e ha qualche linetta di febbre.
La camera è molto spartana. Si entra e davanti c’è il letto, con sopra una lampadina debole, alla destra, un piccolo tavolo e una finestra. A sinistra, davanti alla porta dorme il cane sotto un'altra finestra. Diciamo che è bella luminosa ma molto semplice.
Dalla finestra si vede la caserma e a ogni squillo di tromba della sveglia e della ritirata, Maria si affaccia a salutare il suo uomo e lo fa vedere pure a Umberto che in quel momento a Maria se gli porta dell’acqua calda e il termometro.

''Umberto D''Riuscito a prendere possesso della sua camera. La padrona bussa alla sua porta e con tanta arroganza e durezza dice “se vuole la cameriera se la porti” e lo minaccia che se entro il trenta del mese corrente non le paga gli arretrati che ammontano a 15mila lire, gli dà lo sfratto. Lui è in crisi ha solo tre mila lire da dove se le tira fuori, la prossima pensione è il ventisette del mese successivo. Finalmente riesce a coricarsi ma ribussano alla porta è Maria che cerca il termometro. Umberto gli chiede se con l’abatjour gli controlla la gola se vede una placca bianca. Si c’è ed è pure grande. Lui dice “Quella (rivolto alla padrona) mi vuol far morire, ma non ci riuscirà”. Alzatosi, dà a Maria tre mila lire le uniche disponibili al momento con i tentativo di ridurre il suo debito e gli chiede di consegnarle alla padrona di casa e di farsi fare accurata ricevuta. Maria si reca dalla signora Olga per suo conto ma Olga non accetta compromessi o tutto il debito o niente. Maria con molto rammarico torna da Umberto e gli restituisce i soldi.
Armatosi di coraggio pur non stando bene di salute, esce e si reca da un venditore di libri usati, per vendergli due libri come nuovi per lui un caro ricordo, mai aperti per non sciuparli, ma nonostante le sue suppliche, riesce a ricavare solo due mila lire. Il libraio gli dice “ho detto ieri due mila e due mila anche oggi”. Come potete notare da qualunque parte si gira e chiede aiuto sempre durezza e razionalità gratuita.

''Umberto D''Ritornato a casa, chiama Maria e gli consegna cinque mila lire e sentendo musica e canto a tutto volume dice “dammi il termometro, mi ha fatto aumentare la febbre quella; Quindici mila lire………per mettere a posto i miei guai dovrei rimanere un mese senza mangiare”.
Anche questa volta tentativo fallito. Suonano alla porta di casa è il signor Pepè sbaglia porta e per errore entra nella camera di Umberto. Sono le nove di sera, si è appena assopito quando tutti gli amici della padrona di casa vanno via facendo un trambusto nel corridoio tale da svegliarlo. Non solo dal lucernaio sotto la sua finestra si sentono due uomini di mezza età parlare a voce alta e purtroppo si deva alzare a chiudere la finestra. Carica la sveglia che anch’essa impazzisce e suona da sola, la mette sotto il cuscino e si addormenta. L’indomani decide di chiamare in sanatorio al fine di farsi ricoverare cosi la padrona vedendo che sta male, mossa da compassione diventi più labile. Secondo voi?, è rimasta tale e quale, anzi peggio.

''Umberto D''Maria prepara il caffè. Suonano alla porta e sono gli uomini dell’ambulanza che Umberto aveva chiamato. Pensavano di trovarsi un moribondo o almeno allettato invece tutto in tiro a giacca e cravatta. Lui affida Flicke a Maria. Chiede la cortesia agli uomini dell’ambulanza di giocare a pallina col cane per distrarlo affinchè non si accorga che sta andando via. Arrivati alla porta, dice a Maria che è grave e si deve curare e sul pianerottolo lo sdraiano su una lettiga e mentre vanno via, Olga accorsa alle scale, vede la scena, dalla faccia sembra preoccupata ma forse perché pensa di aver perso i soldi non per la salute del suo inquilino.
Il periodo in ospedale lo trascorre bene fa amicizia col suo vicino di letto e con il suo aiuto e con quello della suora fanno in modo che si possa trattenere qualche giorno in più.

''Umberto D''Durante la sua permanenza passa a trovarlo Maria e gli confida che la sua camera serve alla padrona che si deve sposare e quindi lo sfratto è esecutivo. Ormai Umberto è costretto a uscire dall’ospedale ma nuovo problema da risolvere. Non solo la sua camera è in piena ristrutturazione ma il cane è scappato. La padrona, Olga, durante i lavori in casa, aprendo e chiudendo la porta d‘ingresso ha fatto scappare apposta il cane. Infuriatosi, Umberto corre subito al mercato, lì trova Maria in lacrime che parla con il suo spasimante militare e con tono acceso gli chiede “ Dove e Flick” e lei “è scappato!” e lui “Giuro che se gli è successo qualcosa la ammazzo (rivolto a Olga)”.

''Umberto D''Fortunatamente dopo svariate ricerche e tentativi, giri e rigiri al canile, lo ritrova sano e salvo. Sotto il portone di casa lo aizza contro la padrona e con toni alti gli dice “Ci sono le leggi, io pago e lei non può buttare fuori. Ho lavorato trent’anni al ministero dei lavori pubblici, non ho mai avuto debiti, ho sempre pagato quello che dovevo pagare”. Tutti quelli presenti che assistono la scena lo ripudiano come uno degli esseri più spregevoli del mondo. La sera stessa, facendo una passeggiata, incontra alcuni ex colleghi come il Battistini e il commendatore, ma anch’essi lo trattano come se non gli importasse che potesse star male, nonostante Umberto abbia a entrambi raccontato la sua disavventura con la padrona di casa. Pensate prova a fare l’elemosina. Mette il cane in posa col cappello in bocca poi per paura di vedere gente conosciuta, cambia idea.

''Umberto D''E’ stanco torna a casa senza forze, afflitto e non ha più voglia di lottare, come se avesse ricevuto tante bastonate, da essere ormai pesto. Mentre tutti festeggiano il matrimonio di Olga, lui si chiude in camera. Maria le offre un pezzo di dolce ma lui dice “sono stanco”. Rimasto solo, sente passare il tram, si affaccia e con lo sguardo fisso punta l’asfalto. Avrebbe voglia di compiere un insano gesto, ma guardando il cane per paura che rimanga solo desiste. Si assopisce vestito, seduto sul letto. Alle sei del mattino seguente decide di andare via di casa. Maria si accorge e corre verso le scale e lui la invita ad andarsene via anche lei da quella casa.
Il suo intento di farla finita non è scomparso. Per poterlo fare con la coscienza a posto vuole almeno che il cane sia al sicuro. Riesce a salire sul tram pur essendo ora autorizzata solo per i cacciatori e si fa condurre in Via Leccosa, dove ci sono due signori cha guardano i cani quando i padroni sono costretti a viaggiare.

''Umberto D''Dopo un interrogatorio fitto tra i proprietari del “canile” e Umberto, non soddisfatto se lo porta via con sè. Non riesce ad abbandonarlo nel parco perché il cane lo segue. Ultimo tentativo, decidono di ammazzarsi entrambi al passaggio a livello. Il cane è un animale molto intelligente, sentitosi abbracciato dal padrone ma allo stesso tempo sentendosi il nemico vicino, il treno in arrivo, il cane piangendo si dimena al punto tale che riesce a cadere dalle braccia di Umberto e scappare e farsi inseguire.
In un primo momento il cane ha vissuto quel momento come un tradimento come dire “ti sono stato sempre fedele e ora mi vuoi prima lasciare da solo poi togliere la vita anche a me?”, pero arriva il lieto fine, il cane è conquistato da Umberto una pigna e fanno pace e entrambi si mettono a giocare nel parco.

''Umberto D''In questo momento mentre entrambi in prospettiva si allontanano, finisce il film.
Vedete finisce il film ma come continuerà la loro avventura, Umberto tenterà ancora il suicidio o no? Dove andrà a dormire? Dormirà per strada o troverà nuova casa? Flicke che fine farà? Rimarranno sempre compagni per la pelle o si separeranno?

Tutti interrogativi cui non possiamo rispondere ma a noi l’immaginazione.

9 luglio 2014

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