Percorso

I Classici - C. Castaldi

"Miracolo a Milano" di Vittorio De sica (1951)

di Claudio Castaldi

''Miracolo a Milano''Ispirato dal Romanzo “Totò il buono” (1943) di Cesare Zavattini, il film “Miracolo a Milano” (1951) è adattato dal regista Vittorio De Sica con la collaborazione della sceneggiatrice Suso Cecchi D’amico, Mario Chiari e Antonio Franci. Il regista si pone come obiettivo quello di trasformare Miracolo a Milano in fiaba, con scene, scritte ed effetti che ricordino la struttura tipica delle fiabe. Altro aspetto da non sottovalutare è quello della sopravvivenza.

La vita pur nella povertà, nello sconforto va sempre vissuta in pienezza e in modo positivo, lo dimostra che al campo vige un clima festoso e di gioia e di rispetto reciproco senza che nessuno si senta in disparte e a nessuno gli siano fatte pesare le proprie defezioni fisiche.
Nel film sono presenti effetti speciali e miracoli come ad esempio la colomba e le scope volanti.
La maggior parte delle scene sono concentrate nella periferia di Milano in una baraccopoli nella quale vivono tutti i personaggi di questa bellissima storia.

''Miracolo a Milano''Rispetto ad altri titoli, De Sica in questo suo soggetto inserisce attori già appartenenti al mondo del cinema e di una certa fama. Fatta eccezione per Totò interpretato da Francesco Gosilano, ricordiamo Paolo Stoppa (Rappi); Emma Gramatica (la vecchia Lolotta, mamma di Totò); Virgilio Riento (sergente delle Guardie); Anna Carena (Marta, la signora orgogliosa); Arturo Bragaglia (Alfredo).
Tra i personaggi secondari meno conosciuti: Guglielmo Barbabò (il Mobbì, nuovo proprietario del terreno, vendutogli dal Brambi), Giuseppe (marito di Marta), Brunella Bovo (Edvige, la governante di Marta e Giuseppe, che nella seconda parte del film, ha una relazione con Totò), Alba Arnova (la statua che prende vita), Erminio Spalla (Gaetano).
La storia incomincia con un “C’era una volta”. La vecchia Lolotta mentre innaffia il suo giardino sente in lontananza un pianto sotto un cavolo è nato il piccolo Totò.
Lolotta è anziana, vive in una casetta spartana, non è ricca, ma in tutti in modi cerca di allevare bene il suo bambino. Insieme giocano, lo aiuta ad apprezzare i frutti della terra e lo interroga sulle tabelline. Un giorno Totò, avrà avuto già cinque anni, chiama i medici, la mamma sta male e muore.
Rimasto orfano, è condotto in orfanotrofio per diventare un bell’uomo e crescere con principi sani, volenteroso e rispettoso del prossimo.

''Miracolo a Milano''Aspetto interessante sulle riprese. La scena riprende lui che entra in orfanotrofio e lui che va via dall’orfanotrofio dopo un paio di anni, come se il regista abbia voluto comunicarci che il bambino pur senza mamma deve essere allevato sano, senza però ne soffermarsi su ciò che avviene all’interno. Uscito dall’orfanotrofio, Totò ama per la strada salutare tutti.
Un signore sentitosi salutato, si lamenta, come se per potersi salutare ci si dovesse per forza conoscere. Problema del ragazzo adesso è trovare dove dormire, come fare?
Girovagando di notte per le strade Milanesi, gli rubano la sua borsa. Il ladro della borsa è Alfredo (Arturo Bragaglia) che apprezza molto la valigetta di Totò e vuole rubargliela. Accortosi, lo insegue e raggiunto gli dice “questa è mia”. Il ladro pentitosi gliela riconsegna e si mette a piangere e Totò preso da compassione e da generosità gliela regala. Si presentano e fanno amicizia.
Alfredo lo invita nella sua capanna all’estrema periferia di Milano. Vento, Gelo, tutto innevato. Capanne fatte di un telo e legni precari, che al solo minimo soffio di vento volano.
L’indomani mattina, si alzano, c’è un gran freddo e tutti anche quelli delle capanne si ammucchiano incominciando a saltare per farsi caldo alla caccia del raggio di sole che prima illumina la destra e poi scompare, poi a sinistra e riscompare. il sole scompare, arriva una folata di vento e tutte le capanne volano via.

''Miracolo a Milano''Totò ingegnoso e di buona volontà decide di aiutarli e trovato un terreno di proprietà del Brambi, decide di costruire una baraccopoli, con le capanne e le strade. “piazzetta 1x1=1”. Il Rappi, Paolo Stoppa, si mette in mostra come contrario a tutto, come se non volesse appartenere al gruppo, ottuso e scontroso. Gaetano e un atro tipo vedono una statua e arrivano alle mani per contendersela, ma quando arriva Totò che vuol fare testa o croce con una moneta, il tipo desiste e la statua viene posta al centro della piazza.
Totò assegna le case in base alle esigenze, se uno è solo, con famiglia, se è per due persone, se uno è scapolo, nubile o celibe. Appena assegnate le capanne, arriva il padrone del terreno (Brambi) con un acquirente cui vendere il terreno (il Mobbi). I due incominciano a mettersi d’accordo per il prezzo. Mobbi chiede al Brambi chi sono tutte quelle persone e come fa a mandarli via. Tutti i baraccopolani accorrono a vedere cosa vogliono i due signori illustri e li invitano a scaldarsi sotto il fuoco. Mobbi imbarazzato, introduce “Siamo tutti riuniti; La mia mano ha cinque dita come la vostra; io ho il naso come il vostro, anche se più storto e più grosso; siamo tutti uguali; Per volersi bene non c’è bisogno di sapere il nome di ciascuno, io vi voglio bene così come siete”.
Rivoltosi al Brambi, gli dice “Perché dovrebbero lasciare le loro case?”. Tutta la folla applaudisce il discorso commovente e il Mobbi consegna a ciascuno di loro il suo biglietto da visita. I due vanno via, la trattativa è sospesa.

''Miracolo a Milano''Incominciano a divertirsi intonando una bella canzoncina:
Ci basta una capanna per vivere e morir.
Ci basta un po’ di terra per vivere e morir.
Chiediamo un par di scarpe, le calze e un po’ di pane,
è a queste condizioni crederemo nel domani”.  
Questo motivo musicale risuona anche nella colonna sonora all’inizio e alla fine del film.
Organizzano una lotteria, primo premio un pollo arrosto. Totò chiede alla signora Marta l’autorizzazione se la sua Governante, Edvige può l’estrarre il numero vincente. Bendatele gli occhi, pesca il numero 90 (la paura fa novanta). Finalmente si scopre il vincitore che riscuote il premio e davanti a tutti se lo mangia.
E’ quasi sera, il sole sta per tramontare, Marta, la signora orgogliosa decide di trasformare quell’evento in spettacolo, affittando i posti a dieci lire l’uno. Tutti entusiasmati dalla bella idea prendono le sedie, pagano il posto e si preparano. Chi secondo voi poteva essere in disaccordo come sempre? il Rappi. Lui prende la sua sedia e pretende di stare senza pagare. La signora fattasi sentire con la sua voce decisa fa spostare il Rappi che infastidito si mette in una zona da lui delineata neutra.
Il marito Giuseppe nel frattempo si mette a prediligere il futuro secondo il viso della persona per sole cento lire. Fatto divertente e che a tutti dice la stessa cosa “ che viso, che profilo, che sguardo, chissà chi diventerà con quello sguardo, con quel profilo, lei non finirà qui, no, no!...cento lire grazie”.

''Miracolo a Milano''Alla file dello spettacolo, il sole è ormai calato. Istallando un palo, una specie di pentolaccia, bucano in profondità la terra fino a far fuoriuscire dal suolo a zampillo prima acqua poi petrolio. Il Rappi, avendo assistito allo scoop, decide di tradirli, si allontana di corsa e telefona al Mobbi diventato nuovo proprietario del terreno.
La mattina dopo, tutti svegliati in clima di festa si danno il buongiorno e si recano alle loro attività. Uno di loro venditore di palloncini talmente deperito sta per volare lui insieme ai palloncini e Totò gli dà da mangiare un pezzo di pane.
A un certo momento in lontananza vedono arrivare Rappi insieme al segretario del proprietario terriero e decide che tutti devono sgomberare perché il terreno produce ricchezza. Loro non ne vogliono sentir parlare. Organizzata una spedizione nella sede del Mobbi, lui col suo “animo gentile” li fa accomodare, offrono loro un thè e gli dice di non preoccuparsi, ma nel frattempo facendo doppio gioco, manda due squadre di polizia per lo sfratto. I barboni preparano le valigie per andarsene. Arriva Totò e comunica alla folla che tutto è a posto che nessuno deve andar via. Fidarsi e male ma non fidarsi è bene. Lo stesso Mobbi li costringe ad arrendersi minacciandoli con dei fumi. Scappati tutti, rimasto Totò solo, sale sul palo con la mano bandierina dichiara “ci sono io, mi arrendo” ecco che per magia in volo arriva la mamma Lolotta che gli regala una colomba magica e nel poco tempo di dialogo tra i due gli dice che con quella può far quello che vuole per lui e amici e se vuole anche per trovare l dolce metà della sua vita.

''Miracolo a Milano''Con la colomba riescono a sconfiggere la polizia a tutti i loro tentantivi di essere cacciati via. Per prima cosa vogliono che le loro case tornino a splendere e scompaia il fumo. Puntando la colomba e tutti a pieni polmoni soffiano talmente forte che i fumi si allontanano e il posto torna ad essere splendente.
Scoperto il Rappi, loro traditore, lo fanno scappare. Il Rappi aveva un cappello da borghesotto e da quel momento cappello sia per tutti e a loro compare il cappello in testa. Questi cappelli diventano come le mosche incominciano a rincorrere il Rappi, che preso da molta paura incomincia a urlare come un pazzo, scappa via ed esce dalla scena.
Altra magia, il Mobbi tenta con le pompe idranti di bagnarli ma a tutti compare l’ombrello. L’impresario sta perdendo la pazienza e decide che è arrivato il momento di usare la forza con la polizia. Avanza il primo squadrone e il capo diventa un baritono con la lancia in mano, sembra di essere a teatro. Secondo squadrone al capo compare voce bianca di donna. E’ ultima magia il terreno diventa pista di pattinaggio.
La polizia quella notte travestita a cespuglio organizza un appostamento segreto cappeggiato dal sergente (Virgilio Riento), senza che nessuno se ne accorga.
I baraccopolani incominciarono a esprimere i loro desideri e tutti sono esauditi, chi soldi, chi vestiti, chi mobili, chi diventare più alto etc. Addirittura Alfredo desidera una compagnia e la statua (Alba Arnova) prende vita diventando una bellissima ragazza.
Anche Totò esprime il suo desiderio amare Edvige, governante di Marta e di Giuseppe. Con il suo scettro magico, la colomba gli fa tanti regali, un aspirapolvere per la baracca e delle scarpe. Oddio nel momento propizio arrivano due angeli e rubano la colomba, Insieme alla sua compagnia grazie a Dio l’ha ritrovano. Addirittura anche il sergente della polizia si avvicina per vedere cosa sta succedendo, ed esprime a Totò il desiderio di diventare generale.

''Miracolo a Milano''La mattina dopo la colomba è sparita. Dopo giri su giri del campo non si trova. Totò e la sua banda sono allo scoperto. Fatta rettata, tutti sono arrestati. Caricati sui camioncini, mentre si recano verso la centrale, Edvige e Lolotta (scesa dal cielo) rincorrono Totò correndo velocissimi e riescono a restituirgli la colomba. A rincorrere Lolotta, rimasti indietro ci sono i due angeli ladri di colombe che catturano Lolotta e la portano su in cielo.
Siamo in piazza Duomo a Milano illuminato dal sole. Come d’incanto le macchine della polizia si scoperchiano. Totò insieme al gruppo rubano le scope degli spazzini che pulivano e come tante befane volano in fila indiana in cielo con la canzoncina che suona a tutto volume e calano i sipari con una bellissima frase scritta in corsivo e il sogno di un bambino ormai ragazzo che vola “verso un mondo, dove il buongiorno vuol dire veramente buongiorno!”
Le frasi in corsivo all’inizio e alla fine del film sono scritte dalla figlia, Emilia De Sica conosciuta con il diminutivo di Emi, che nel tempo di questo film aveva undici anni, figlia avuta dal suo matrimonio con Giuditta Rissone.

23 luglio 2014

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