Per fare un albero ci vuole il seme
![''Bachis Frau'' copertina ''Bachis Frau'' copertina](images/stories/R/RECENSIONI/scanuvitale/bachisfrau/copertina.jpg)
*Se, per esempio, la condizione del pastore può contare su alcuni titoli che ben riassumono la sua cultura e il suo impatto sociale (in letteratura Padre padrone di Ledda, al cinema Banditi a Orgosolo di De Seta), provate a cercare tra romanzi, poesie, film, testi teatrali, quadri, un'opera memorabile che sappia raccontare il vissuto dell'emigrato sardo” (S. Naitza, US 28.04.2010). “Storie di emigrati sardi”, il primo concorso indetto dalla Regione su questo tema, che al Cineworld di Cagliari ha incoronato i tre vincitori - nell'ordine "Arturo torna dal Brasile" di Marco Antonio Pani, "Marie-Maria" di Nicola Contini e "Io sono qui" di Mario Piredda, dà una forte ventata d'aria fresca e di novità nel settore del cinema sardo. E' la scoperta di un filone sterminato che emerge, finalmente. Come ci sono dieci, mille emigrati, così ci sono altrettante storie da raccontare. Come nella vita. E i sardi ne hanno parecchie da esporre.
Sergio Naitza sintetizza egregiamente l'avvenimento: il filone del banditismo, delle bardane, delle vendette, del pecorume e altre barbagianate, rappresentato ed esportato fino alla noia, è ormai stantio e definitivamente esaurito. Per fortuna. Mancanza di idee, di inventiva, di coraggio, di scandaglio della realtà sociale, portano sempre i sardi a celebrare i soliti temi e ci rendono ridicoli: banditi, Deledda, Eleonora d'Arborea, Brigata Sassari... Sempre così, a sicut erat... Chiedete a Flavio Soriga. Come se non avessimo altri argomenti da decriptare ed esporre. Che pizza! Basta.
Si tratta, secondo me, di un cambiamento di rotta notevole nel campo della settima arte sarda, anzi nel campo sociale. E' il caso di fare i più vivi complimenti alla Regione, alla FASI, alla Società Umanitaria-Cineteca Sarda per aver voluto “questo concorso per riflettere su un fenomeno cruciale per la società e la politica isolana. Sono arrivati 70 progetti, segno di un interesse tutt'altro che secondario”. Questo concorso “fa il paio con l'ormai collaudato 'Cinema e lavoro': due concorsi che allenano nuovi talenti e infilano la cinepresa-bisturi nella carne viva della tormentata realtà della Sardegna”. Tutto ok. Ancora cordiali complimenti a Pani, Carboni e company. In essenza si tratta di un bel canto alla nostra terra e alla nostra identità indomabile. Un'ulteriore dimostrazione della validità del tottus in pari e del forza paris: tirend'impari conseguiamo buoni risultati.
L'interrogativo di Naitza però, se riguarda tutta l'emigrazione sarda, interpella fortemente anche la FASI (la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, fondata a Roma il 19 febbraio 1994, da otto anni guidata dal dorgalese 62enne dottor Tonino Mulas, integerrimo funzionario del partito comunista e ora attivo politico nelle file di Di Pietro a Milano). Vista dalla base, si ha l'impressione che la Federazione si sia adagiata nella evanescenza e nell'anonimato. Salvo qualche sporadica uscita di carattere istituzionale, i “sardi di fuori” si sentono disorganizzati, sempre meno uniti e tenuti in poco conto.
“Promuovere la conoscenza e la conservazione dei valori culturali, artistici, ambientali, folcloristici e storici della Sardegna”, recita lo Statuto sociale (Art.2 - “La Federazione costituisce una forza sociale”).
Sergio Naitza sintetizza egregiamente l'avvenimento: il filone del banditismo, delle bardane, delle vendette, del pecorume e altre barbagianate, rappresentato ed esportato fino alla noia, è ormai stantio e definitivamente esaurito. Per fortuna. Mancanza di idee, di inventiva, di coraggio, di scandaglio della realtà sociale, portano sempre i sardi a celebrare i soliti temi e ci rendono ridicoli: banditi, Deledda, Eleonora d'Arborea, Brigata Sassari... Sempre così, a sicut erat... Chiedete a Flavio Soriga. Come se non avessimo altri argomenti da decriptare ed esporre. Che pizza! Basta.
![Paolo Carboni Paolo Carboni](images/stories/C/carbonipaolo/cattedralidisabbia/carboni1.jpg)
L'interrogativo di Naitza però, se riguarda tutta l'emigrazione sarda, interpella fortemente anche la FASI (la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, fondata a Roma il 19 febbraio 1994, da otto anni guidata dal dorgalese 62enne dottor Tonino Mulas, integerrimo funzionario del partito comunista e ora attivo politico nelle file di Di Pietro a Milano). Vista dalla base, si ha l'impressione che la Federazione si sia adagiata nella evanescenza e nell'anonimato. Salvo qualche sporadica uscita di carattere istituzionale, i “sardi di fuori” si sentono disorganizzati, sempre meno uniti e tenuti in poco conto.
“Promuovere la conoscenza e la conservazione dei valori culturali, artistici, ambientali, folcloristici e storici della Sardegna”, recita lo Statuto sociale (Art.2 - “La Federazione costituisce una forza sociale”).
![Emigrazione sarda Emigrazione sarda](images/stories/E/emigrati/emigrati1.jpg)
![Emigrati sardi Emigrati sardi](images/stories/E/emigrati/emigrati2.jpg)
Ecco l'importanza del cinema per produrre turismo. Chiaro il concetto? Investire in cinema è investire in turismo e nel campo dell'emigrato sardo stanno nascendo tante idee e tanti alberelli di grande pregio. Basta coltivarli con cura.
12 maggio 2010