Percorso

Festival di Filosofia. Programma 2015

L’infinito fratricidio - La bottega delle arti e del pensiero
5 incontri di lettura e riflessione, in collaborazione con l'Università di Cagliari e l'Ersu, in avvicinamento al Festival di filosofia e al suo testo ispiratore Incendi. Un viaggio lungo i terribili fuochi di una guerra fratricida, che continua ancora oggi a funestare le popolazioni del Medioriente.

 

 


Chimbe atòbios de letura in pari cun s’Universidade de Casteddu e s’Ersu pro nos acurtziare a su Festival di Filosofia e a Incendi, s’òpera chi dd’at ispiradu. Unu viàgiu in mesu de is fogos de sa gherra intre frades, chi oe puru giughet disauras a sa gente de s’Oriente Mèdiu.

5 meetings for reading and reflection (in collaboration with the University of Cagliari and Ersu), approaching to the Festival of Philosophy and its inspiring text, Incendi (Blazes). A journey in the terrible fires of the fratricidal war that still continues to harass the populations of the Middle East.


 

15 aprile Teatro Massimo, h 21
Gli anelli del padre
da G.E. Lessing, Voltaire, W.Mouawad, A. Camus

22 aprile Antico Palazzo di Città, ore 18,30 e 21,00
Liberarsi dall’odio
da E. Hillesum 

29 aprile - Teatro Massimo, h 21
Sul disaccordo
da L. Wittgenstein, B. Brecht

6 maggio - Teatro Massimo, h 21
Il sacrificio di Abramo
Genesi, Filone, C.M.Martini, S.Kierkegaard, L. Sestov

15 maggio Teatro Massimo – h 15,30 
Nakba: la catastrofe palestinese. Memoria e oblio
I.Nasrallah, G.Kanafani, S.Azzam, M.Darwish,
introduce W.Dahmash
sonorizzazione Marco Ammar

leggono: Marco Spiga, Corrado Giannetti, Lia Careddu, Guido De Monticelli, Nicolo’ Columbano, Agnese Fois, Daniela Fiorini, Carla Carta, Mara Congia, Alessandra Gravellino, Beatrice Rocca, Alessandro Spiga, Ilaria Anedda, Gabriele Asunis, Beatrice Rocca, Claudio Murru, Marco Schirru, Kevin Joseph Lai, Alice Agus, Chiara Manca, Michele Pisano, Laura Salaris, Chiara Calcina, Antonio Luciano, Alessandro Spiga, Beatrice Rocca.

commentano: Margherita Lecis, Livio Perra, Roberto Pusceddu, Omar Suboh, Silvia Serreli, Chiara Maria Calcina, Alessandra Gravellino, Beatrice Rocca, Silvia Allegretti, Simone Pilloni, Giulia Piras, Edoardo Vaccargiu, Laura Cani, Michela Deidda, Angela Pes, Claudia Sulis, Alice Agus, Chiara Manca, Michele Pisano, Laura Salaris


Spazi naviganti

Teatro Massimo sala M2

7 maggio ore 21.00
Hanna K.
di Costantin Costa Gavras
Francia, Gran Bretagna 1983

Teatro Massimo sala M2
9 maggio ore 21.00
Il giardino dei limoni
Un film di Eran Riklis
Israele, Germania, Francia 2008

Teatro Massimo sala M2
20 maggio ore 21.00
5 broken kameras
di Guy Davidi, Emad Burnat
Palestina, 2011



Tuffandoci nel mondo delle percezioni visive il cinema sembra strappare le dinamiche del conflitto alle loro architetture storiche. In collaborazione con la Cineteca Sarda vengono proposti tre film come tre buchi della serratura che spingono il cannocchiale verso tale realtà.

“Hanna K.” di Costantin Costa Gavras (1983), mostra i processi profondi che la sottrazione di identità (la casa) innesca nelle relazioni umane, nella forma dei nascondimenti, delle cancellazioni, delle rimozioni. Il conflitto ci mette nudi davanti a noi stessi, alla nostra presenza storica, e ci rende presenti alla scelta del guardare o del voltarsi dall’altra parte, del parlare o dello stare muti.

“5 broken kameras”, codiretto dal regista israeliano Guy Davidi e dal palestinese Emad Burnat - il contadino regista arrestato a Los Angeles in quanto palestinese quando vi si recò per la candidatura all’Oscar - mostra in modo più evidente il tema dello sguardo cancellato, anzi polverizzato nella nulla della giustizia.

“Il giardino di limoni”, del regista israeliano Eran Riklis (2008), gioca sul confine del conflitto, laddove persino una innocua “millenaria” pianta di limoni diventa metafora della profondità di un radicamento da rimuovere, ostacolo principale alla volontà di annientamento che si manifesta quotidianamente sui simboli dell’identità. Nell'incendio della guerra brucia per prima, fuori campo, la benzina che invade il campo lasciato vuoto dalla politica.

 

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