Percorso

Dante e il cinema

di Elisabetta Randaccio

Dante AlighieriL'iconografia dantesca nasce, prima di tutto, nell'immaginario del lettore, prodotta dalla potenza dei versi che evocano nella nostra mente personaggi e “paesaggi” ben definiti, difficili da rimuovere, persino nello studente più pigro. Si tratta, poi, di un immaginario diventato, coi secoli, collettivo, grondante di stereotipi, consapevole anche a chi “La Divina Commedia” non l'ha mai sfogliata.

Se è vero che nel Medioevo fino al Rinascimento i maggiori artisti hanno avuto la giusta necessità di tradurre in pittura il ciclo dantesco con esiti, spesso, straordinari (ricordiamo almeno l'opera, in questo senso, di Luca Signorelli e di Sandro Botticelli, ma anche il “Giudizio Universale” di Michelangelo deve molto all'influenza della “Divina Commedia”), nell'Ottocento e nel Novecento abbiamo interpretazioni tra le più disparate, ma pure estremamente popolari: dal raffinato e inquietante Blake al “facile” Gustave Dorè, le cui illustrazioni sono finite in migliaia di edizioni  “commerciali”, dispense a fascicoli e quant'altro.

''L'Inferno'' della Milano FilmCosì, quando il cinema inizia a definirsi tecnicamente e industrialmente, si rifarà proprio alla grafica popolare di Dorè per costruire “L'Inferno” sullo schermo. La storia della traduzione cinematografica della prima cantica della “Divina Commedia” è interessante e avviene quando i film erano ancora muti. Tra il 1910 e il 1911 due case di produzione italiane (allora il nostro paese era  la culla del cinema mondiale) si sfidano su questo territorio complesso. La potente Milano Film contro la “piccola” Helios Film. La prima ha ben in mente un kolossal con una produzione straordinaria, un investimento finanziario eccezionale (pare 100.000 lire!), che avrà bisogno di quasi due anni di lavoro. La seconda riesce a bruciare il traguardo, uscendo nelle sale qualche mese prima.

''L'Inferno'' della Helios FilmL'inferno” della Helios presenta, però, solo 22 quadri, ma (restaurato e proiettato qualche anno fa al Festival di Venezia) è sicuramente un ottimo lavoro, certamente meno impressionante di quello della Milano Film, firmato, tra l'altro, da Giuseppe De Liguoro, un regista importante, un aristocratico che, nel corso della sua carriera, si dedicherà soprattutto a opere “storiche” e biografiche. Tale lungometraggio è straordinario per gli “effetti speciali”, per una riduzione intelligente anche nelle didascalie e per una narrazione efficace. Ovviamente, come hanno sottolineato gli storici del cinema, il film di De Liguoro più che sottolineare il tormento filosofico religioso dantesco, ne mette in evidenza i tratti orrorifici, da incubo, i quali, per gli spettatori dell'epoca, dovevano avere un impatto molto “forte”.

''Seven'' di David FincherInvece, il pubblico contemporaneo, maggiormente smaliziato, potrà ugualmente gustarlo all'interno di un convegno molto interessante, che si svolgerà il 4 giugno a Cagliari presso la Facoltà di Studi Umanistici, per tutta la giornata. Nella mattinata si parlerà dell' “Inferno al cinema”; dopo la proiezione del lungometraggio di De Liguoro, Antonello Zanda, direttore della Cineteca Sarda, racconterà della “Filmografia dantesca dal muto ai nostri giorni”, perché non si deve dimenticare dell'influenza dell'immaginario dantesco sui film anche nella contemporaneità. Si pensi, per fare solo un esempio, a quanto l'impronta, sicuramente semplificata, dantesca incida su una delle opere meglio riuscite di David Fincher, “Seven” (1995).

''L'inferno in TV'' Peter GreenawayNel pomeriggio, dalle 15 in poi, si tratterà un altro rilevante argomento: “L'inferno in TV”. Partendo dalla proiezione di un lavoro di Peter Greenway risalente al 1990 e mai trasmesso in Italia, che traduce per il piccolo schermo in maniera creativa e provocatoria i cinque canti dell' “Inferno”, i docenti Pier Paolo Argiolas, Sylvie Cocco, Gianvito Di Stefano, Gonaria Floris, Giovanni Pirodda tratteranno degli adattamenti danteschi per la televisione e della loro influenza nel pubblico e nella cultura contemporanea.
Assolutamente un appuntamento, non solo cinefilo, da non perdere.

30 maggio 2014

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