Percorso

‘’Abbraccialo per me’’. Moisè Curia e i fantasmi della mente

''Abbraccialo per me''

L’attore calabrese presenta a Cagliari il film di Sindoni che lo vede protagonista con Stefania Rocca. di Anna Brotzu

«Io penso che un attore vada in scena per necessità»: parola di Moisé Curia, protagonista accanto a Stefania Rocca e alla giovane e convincente Giulia Bertini di Abbraccialo per me, di Vittorio Sindoni. Il film – già uscito nelle sale italiane – è stato presentato a Cagliari (dopo una breve apparizione all'Alkestis) in una serata speciale al Cinema Odissea con la partecipazione dell'attore calabrese e del regista Peter Marcias (che l'ha diretto ne La nostra quarantena, sulla singolare odissea dell'equipaggio di una nave ancorata nel porto di Cagliari, in lotta per i propri diritti contro la prepotenza di un armatore).

Abbraccialo per me è davvero un film “necessario”, nato dall'urgenza di raccontare il dramma della malattia mentale e la solitudine delle famiglie, costrette ad affrontare le inevitabili crisi e le terapie spesso senza un adeguato supporto: «è un film molto asciutto, molto crudo» racconta ancora Curia, «che non lascia spazio all'immaginazione» ma mette a nudo una verità difficile «senza artifici».

''Abbraccialo per me''Fulcro della storia è Francesco/ “Ciccio”, un ragazzino vivace che si trasforma in adolescente introverso, con una fortissima passione per la musica – che diventerà il suo rifugio, l'unica dimensione in cui sembra a suo agio e finalmente felice. L'irrequietezza dell'infanzia e certi comportamenti violenti, l'improvvisa aggressività e l'estrema solitudine, si accentuano via via fino alla stravaganza, ma solo davanti ad una crisi conclamata viene finalmente diagnosticato un serio “disturbo della personalità”. La famiglia – una madre amorevole e fin troppo protettiva, un padre severo e assente, e una sorella costretta a crescere troppo in fretta – fatica ad accettare una realtà dolorosa: imparare a convivere con la “disabilità intellettuale”, a comprendere e consolare, ad accettare la malattia vincendo l'amarezza e l'ansia del fallimento, sono parte di una sfida esistenziale, le prove di un invisibile eroismo quotidiano.

La diversità è negli occhi di chi guarda: «siamo noi diversi, queste persone vivono la loro normalità» sottolinea Moisé Curia, che per interpretare Francesco «sfuggendo ai clichées» ha trascorso mesi a contatto con la sofferenza psichica, affrontando un arduo viaggio nella mente di quel giovane uomo, cercando la chiave per dar corpo ai suoi fantasmi e alle sue visioni. «In Italia non siamo abituati a questo tipo di approccio, ma per restituire una dignità al personaggio di Francesco ho dovuto andare in profondità, e toccare corde mie personali».

''Abbraccialo per me''Abbraccialo per me - con una cifra che rimanda alle fiction televisive, il che paradossalmente “avvicina” la tragedia dei personaggi senza indulgere in paradigmi estetizzanti – riassume efficacemente la condizione delle persone affette da “disabilità intellettuale”, si tratti di autismo, di ritardo mentale, di disturbo bipolare o della più tradizionale schizofrenia e dei loro familiari. L'alternativa tra il ricovero nei reparti psichiatrici e le cure domiciliari non risolve un problema complesso e ricco di implicazioni affettive accanto alle evidenti ricadute sociali: il film propone sul finale (con la partecipazione del Teatro Patologico di Dario D'Ambrosi) l'utopia realizzabile di centri di accoglienza e cura in cui gli ospiti possano vivere la propria soggettività senza esser costantemente giudicati secondo i parametri di una presunta “normalità” e senza spezzare i legami con i familiari (non più “custodi” di un insostenibile segreto).

Il film vive grazie all'interpretazione degli attori – da un'intensa Stefania Rocca nel ruolo di Caterina, una madre il cui piccolo microcosmo domestico viene travolto dalla rivelazione della malattia, sospesa tra l'impulso di proteggere quel figlio dagli occhi del mondo – e dalle immancabili critiche, pettegolezzi e maldicenze di un piccolo paese - e la volontà di lasciargli vivere la sua vita, a Tania, a Giulia Bertini che interpreta Tania, la sorella di Francesco, a Paolo Sassanelli (il comprensivo maresciallo dei carabinieri) e Pino Puglisi (il parroco illuminato capace di distinguere tra scienza e fede).

''Abbraccialo per me''Nel cast spiccano anche i nomi di Paola Quattrini (una contessa persa nella sua solitudine, forse – a suo modo - l'unica vera amica del ragazzo), Luidi Diberti e Vincenzo Amato. Fondamentale il racconto della malattia mentale affidato alla sensibilità e al talento di Moisé Curia (attore di teatro e cinema, diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, una carriera tra il palcoscenico e il set, da Braccialetti Rossi al Meraviglioso Boccaccio dei Taviani): un ritratto potente ed emozionante, in bilico tra il carattere solare del protagonista, allegro e apparentemente scherzoso e il progressivo emergere di una forma di follia, con accenti di profonda, struggente verità.  Abbraccialo per me - al di là di scelte estetiche forse troppo condizionate dal linguaggio della fiction televisiva (ma il limite potrebbe essere nell'immaginario e nel modello culturale di una narrazione dell'indicibile – ovvero della follia) - offre una testimonianza importante su un tema scottante che i tagli alla sanità e ai servizi sociali hanno reso quanto mai attuale: nella patria di Basaglia, il ricorso alle terapie farmacologiche per il venir meno di altre strategie di inserimento e sostegno, in assenza di risorse e di volontà politica significa un cupo ritorno al passato, un passo indietro sulla via del rispetto dei diritti umani e della civiltà. Un film da vedere. Per riflettere e discutere sul significato dei valori e delle scelte nella nostra società.

In attesa che il film ritorni in programmazione nelle sale isolane l'associazione Spazio 2001 rilancia l'ipotesi di un incontro mirato - a breve - con visione del film e con gli artisti e medici, operatori e famiglie per discutere lo stato dell'arte del trattamento della "disabilità intellettuale" in Sardegna - e non solo - tra proposte, esperienze e progetti per il futuro.

10 maggio 2015

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